09 ottobre 2017

Come è cambiato lo scenario politico europeo

Pubblicato in: Economia & Mercati

Se ripercorriamo brevemente la storia recente dell’Eurozona, in tutte le crisi principali (Grecia, Irlanda, Portogallo, Italia, Brexit) l’azione politica è stata per lo più un aggravante, piuttosto che un deterrente. In un contesto in cui gli investitori sono ostaggio della politica, ogni ciclo elettorale viene accolto con un certo brivido lungo la schiena. Infatti, ad inizio anno uno dei principali fattori di rischio era proprio l’interminabile processo politico europeo.


Man mano che il puzzle si è ricomposto, il clima di fiducia intorno alla zona Euro si è consolidato. In particolare per l’opinione pubblica l’ascesa di Emmanuel Macron alla Presidenza francese è stata un simbolo di ritrovato “orgoglio europeo”. Non è un caso se dal primo turno ad oggi (6 ottobre 2017) l’Euro contro il Dollaro ha guadagnato più del 10,5%. Decisamente un segno di fiducia.


Le aspettative di riforma della comunità europea hanno finalmente trovato voce nelle parole di Macron, che ha recentemente indicato la via per una “nuova Europa”. Alla Sorbona, il Presidente Francese ha dato forma al suo progetto di riforma politico - istituzionale che va nella direzione tracciata qualche anno fa dai “5 Saggi”: Jean-Claude Juncker, Donald Tusk, Jeroen Dijsselbloem, Mario Draghi e Martin Schulz. Le linee programmatiche richiedono degli sforzi su quattro fronti ben precisi:
1. Unione economica; concentrarsi su convergenza, prosperità e coesione sociale.
2. Unione finanziaria; completare l'unione bancaria e varare l'unione dei mercati dei capitali.
3. Unione di bilancio; garantire politiche di bilancio solide e integrate.
4. Controllo democratico; legittimità e rafforzamento istituzionale: rivedere la costruzione politica dell'Unione.
Nonostante la strada sia segnata, l’Europa deve fare i conti con un scenario politico in continuo mutamento.

 

Il quarto mandato della Merkel e la coalizione Jamaica
Come previsto, il CDU di Angela Merkel ha vinto le elezioni, ma ha perso un importante alleato: il partito socialdemocratico (SPD) di Martin Schulz. Senza i socialisti, la Merkel ha bisogno di rimescolare le carte e, stando alle ultime indiscrezioni, si dovrebbe delineare un Governo ribattezzato con il nome di Jamaica, per via dei colori nero, giallo e verde della nuova Grande Coalizione composta dal CDU, liberali e Verdi.
In questa fase, l’attenzione degli analisti è volta a capire come la Merkel riuscirà a tenere insieme un Governo che ha posizioni sul futuro dell’Europa molto diverse, e a conciliare queste con le posizioni espresse da Macron. In particolare i temi più insidiosi riguardano proprio il cuore del progetto di riforma, come la politica economica, le regole di bilancio fiscale e le regole di mutualizzazione del debito.

 

 

L’incognita della Catalogna scuote la Spagna
In Spagna, si sta consumando una vera e propria crisi istituzionale. Al momento, gli effetti sui mercati sono stati del tutto trascurabili. Ma la posta in gioco è molto alta.
La Catalogna ha votato Sì ad un referendum incostituzionale, a cui Madrid ha risposto con probabilmente eccessiva fermezza. Fino ad ora, l’Europa è stata a guardare, ma tenuto conto delle rigidità delle posizioni tra il Governo Centrale ed il Parlamento di Barcellona, l’Unione Europea dovrà giocare la sua partita e provare a trovare un compromesso. La situazione è fluida, e potenzialmente esplosiva.

 

La legislatura ha i giorni contati: in Italia arrivano le elezioni
L’azione di Governo probabilmente finirà con la manovra di bilancio 2018. Stando ai sondaggi, nessuna delle attuali forze politiche avrebbe i numeri per dare vita ad un Governo. Il 2017 è stato un anno di successo per il Paese, che ha ricominciato a correre e a riacquistare la fiducia degli investitori: da inizio anno l’indice FTSEMIB guadagna il +16,7% e il FTSE STAR il +39,4% (dati aggiornati al 6 ottobre).I principali istituti di ricerca prevedono per il 2018 un moderato rallentamento della crescita, abbastanza omogeneo in tutta Europa. Con un rapporto debito pubblico / PIL intorno al 132%, ed un peso economico rilevante (la terza economia dell’Eurozona) l’Italia tornerà ad essere un osservato speciale.Per concludere, il torpore che aleggiava intorno alla zona Euro sembra ormai un vecchio ricordo. Per il presidente della BCE, Mario Draghi, il peggio è alle spalle e strutturalmente è decisamente più robusta e coesa rispetto a qualche anno fa e gli investitori sembrano sposare questa visione. Non resta che sperare che la politica non risporti indietro le lancette dell’orologio, ancora una volta.


NOTA DI REDAZIONE : gli argomenti, le immagini e i grafici sono frutto di elaborazione interna.
Messaggio pubblicitario con finalità promozionale.
Le informazioni riportate non devono essere intese come una raccomandazione, diretta o indiretta, o un invito a compiere una particolare operazione. Per verificare le soluzioni più adatte alle tue esigenze e adeguate al tuo profilo di investitore rivolgiti sempre al tuo Family Banker.