13 febbraio 2024

Intelligenza artificiale, analisi di un Megatrend

Pubblicato in: Financial Advise

Ormai è chiaro a tutti: l'intelligenza artificiale (IA) è una delle sfide più significative e rivoluzionarie del nostro tempo. Molti esperti la paragonano all'avvento dell'elettricità, della radio, di internet. Le aspettative riguardo al suo potenziale sono altissime, ma sono accompagnate anche da timori e dalla conseguente necessità di fissare delle regole chiare per cercare di mettere ordine alla rivoluzione tecnologica.

Le speranze riposte nei confronti dell'intelligenza artificiale coinvolgono diverse sfere della vita umana. Si prevede che l'IA rivoluzionerà settori come la medicina, l'automazione industriale, i trasporti e persino la creatività artistica. La capacità di apprendimento delle macchine, unita all'analisi di dati su larga scala, apre la strada a scoperte scientifiche, diagnosi mediche più precise e a una maggiore efficienza nelle attività quotidiane. Il processo tecnologico è già in atto, l'intelligenza artificiale è già utilizzata.

Certo, le varie iniziative regolamentari potrebbero in parte “imbrigliarla”, ma l’IA è qui per restare e il mondo avrà necessariamente farci i conti. Insomma, è a tutti gli effetti un Megatrend, una di quelle tendenze che promettono sviluppo costante per i prossimi decenni, come lo sono i cambiamenti climatici o l'invecchiamento della popolazione.



“Mercato dell'IA in crescita del 37% annuo in Italia”

L’impatto economico di una simile rivoluzione – che promette più produttività ed efficienza - sarà significativo.
Stando a uno studio pubblicato di recente dal Centro Studi Tim (‘L’Intelligenza Artificiale in Italia – Mercato, Innovazione, Sviluppi’), il mercato dell’AI crescerà del 37% l’anno in Italia, arrivando a circa 6,6 miliardi di euro nel 2027, e a livello globale raggiungerà quell'anno oltre 407 miliardi di euro di fatturato.

Oggi le imprese che utilizzano maggiormente l’AI sono quelle di grandi dimensioni, dice lo studio. Circa una grande azienda su quattro aveva attivato almeno una soluzione di AI nel 2021. La media scende intorno al 6% considerando le imprese con più di dieci addetti. Stime più recenti attestano una crescita nell’uso dell’AI, con il 60-70% delle grandi imprese che sta già utilizzando o sperimentando questa tecnologia.

Vincenzo Esposito, ceo di Microsoft Italia, lo scorso ottobre ha dato una misura di quanto lo sviluppo a pieno regime dell'IA potrebbe contribuire alla produttività italiana. Il gruppo di Redmond ha investito in OpenAI, la società che sta producendo ChatGPT, ed è tra quelli che ha scommesso di più sul megatrend dell'intelligenza artificiale. La multinazionale ha realizzato uno studio con The European House – Ambrosetti per calcolare l'impatto dell'IA generativa sulla produttività in Italia : il risultato, ha detto Esposito, è che “se applicata in modo pervasivo può generare all’anno una crescita del 18%.

È quanto mai necessario guidare le imprese a orientarsi in questo nuovo contesto di innovazione, aiutandole a coglierne le opportunità e accompagnandole verso un’adozione responsabile di queste tecnologie. L'automazione intelligente potrebbe ridurre il carico di lavoro umano in compiti ripetitivi, consentendo agli individui di concentrarsi su attività più creative e strategiche” .

Secondo le stime del Centro Studi Tim , dal 2022 al 2026 l’intelligenza artificiale offrirà un contributo cumulato al Pil dell’Italia di circa 195 miliardi di euro. Significa quasi 40 miliardi di euro all'anno, pari al 2% del Pil attuale. Non solo. L’applicazione dell’intelligenza artificiale su scala industriale, secondo lo studio, contribuirà a ridurre le emissioni di CO2, soprattutto nei settori dell'energia, agricoltura, trasporti e acqua. Si prevede una diminuzione complessiva in Italia di emissioni di CO2 equivalenti per circa 116 milioni di tonnellate nel periodo 2020-2030: una riduzione media annua di circa il 2,6% del totale delle emissioni, arrivando fino al 5% in meno al 2030.



A.I. - intelligenza artificiale: i timori per lavoro e privacy

Al contempo, però, c'è il timore che tutto questo sostituirà molte mansioni umane, con conseguente perdita dei posti di lavoro. Il Fondo Monetario Internazionale ha previsto che il 40% dei posti di lavoro nel mondo verrà impattato dalla rivoluzione, il 60% nelle economie più avanzate . È un timore naturale, che da sempre accompagna le grandi innovazioni tecnologiche.

Bisognerà capire gli impatti reali dell'intelligenza artificiale sul mercato del lavoro, ma di certo diventerà ancora più importante la formazione continua delle persone, così da poter cogliere nuove opportunità e utilizzare l’IA come alleata e non come nemica.

La rivoluzione che stiamo iniziando a vivere crea timori significativi anche per la tutela della privacy. L'analisi massiccia di dati personali da parte delle macchine potrebbe mettere a rischio la sicurezza delle informazioni sensibili. La sorveglianza di massa basata sull'IA solleva interrogativi etici e legali, mettendo in discussione i limiti tra la convenienza e l'intrusione nella vita privata.

Questi dubbi sugli sviluppi dell'intelligenza artificiale sono condivisi da quasi tutti gli esperti, che in varie occasioni hanno spiegato la necessità di definire regole etiche e giuridiche per proteggere la privacy, prevenire abusi e fare in modo che l'IA sia utilizzata per uno sviluppo quanto più possibile regolato.



Cosa significa per il mondo della consulenza finanziaria?

Insomma, una grande trasformazione è in atto e bisognerà trovare il giusto equilibrio, regolamentando l’innovazione. Ma l’intelligenza artificiale apre enormi opportunità, anche nel mondo della consulenza finanziaria: permetterà di automatizzare parte dei compiti che oggi fanno parte della professione di un consulente, ma non potrà sostituirsi completamente alla mente umana.

Sfruttando l’IA come un’alleata, i consulenti di domani potranno affidarle alcune mansioni tipicamente legate all’analisi di grandi quantità di dati, liberando del tempo per dedicarsi a compiti che richiedono abilità comunicative e relazionali non delegabili a “una macchina”.


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