Il risparmio in una nuova dimensione: cosa c'è da sapere sul Metaverso
“Il Web è più un’innovazione sociale che un’innovazione tecnica”. Questa considerazione, che oggi ciascuno di noi sperimenta sulla propria pelle, è di Tim Berners-Lee, che del world wide web è il papà. Ed è contenuta in “L’architettura del nuovo Web”, un libro uscito oltre vent’anni fa. Già all’epoca ci fu chi gli credette subito e chi invece gli credette poco. E siccome, per dirla alla Mark Twain, “la storia non si ripete ma fa rima con se stessa”, le medesime riflessioni sono oggi in corso in riferimento a quello che è già stato battezzato il web 3.0. Con tutto il suo portato di Metaverso.
Web 3.0 e Metaverso: ecco cosa c’è da sapere
Com’è facile intuire, la versione numero 3 del web si inserisce in una progressione cronologica che parte dal numero uno. Il primo web, l’1.0, è stato quello della rete degli esordi, caratterizzata dall’affermazione dei programmi di navigazione e delle attività commerciali su internet . Il 2.0, poi, ha visto imporsi nuove modalità di connessione e interazione, con i social network e il primo tentativo di realtà virtuale, vale a dire Second Life.
Ma Second Life aveva un limite, che ne ha decretato abbastanza presto la fine: era una “seconda vita” che si poteva vivere solo attraverso uno schermo, coinvolgendo solo due sensi su cinque ed emozionando quindi ben poco alla lunga. Su questo fronte è stata quindi battuta proprio dai social, che sono subito risultati, anche se per altri versi, più coinvolgenti.
Il 3.0 sta ora segnando il rilancio del tentativo, che potrebbe avere più fortuna in virtù dei dispositivi di immersione nella realtà virtuale attualmente allo studio: bracciali, occhiali, caschi, tute e via dicendo. È il cosiddetto Metaverso, una rete di mondi virtuali (i metaversi, appunto) creati attraverso i nuovi strumenti messi a disposizione dall’intelligenza artificiale, dalla connettività, dai dati, dall’hardware e dalla potenza di calcolo. Il Metaverso potrebbe rappresentare la prossima tappa dell’innovazione sociale di cui già più di vent’anni fa parlava Berners-Lee, oltre che la prossima grande rivoluzione tecnologica dopo il mobile.
Idealmente, tramite i dispositivi indossabili, assisteremo a eventi e concerti, visiteremo mostre ed esposizioni. Parteciperemo a riunioni di lavoro, seguiremo sfilate e partite, incontreremo gli amici, studieremo, giocheremo, faremo shopping (grazie alla blockchain e ai non fungible tokens), visiteremo luoghi. In parte, tutto questo è possibile già oggi. A che punto siamo? Il cantiere al momento è aperto, ma c’è ancora del lavoro da fare. E riguarda anche il risparmio e la consulenza finanziaria.
Il risparmio nel Metaverso: come cambia la consulenza finanziaria
Domanda molto interessante, che è stata oggetto della conferenza organizzata dal canale televisivo Class CNBC nell’ambito del Salone del Risparmio 2022 e intitolata “Guadagnare con il Metaverso. Guida pratica al risparmio nella nuova dimensione” . Guidati e stimolati dalle domande della conduttrice Jole Saggese, che di Class CNBC è caporedattore, si sono confrontati Andrea Dones di Accenture, Alessandro Donetti, senior advisor in consumer centric transformation e lecturer presso il master in Global Luxury Goods and Services Management del MIP, Jacopo Fracassi del Politecnico di Milano e il presidente di ANASF Luigi Conte.
Ebbene sì, anche i consulenti finanziari dovranno cimentarsi nel Metaverso. Ma come? Le due grandi sfide restano le stesse di sempre, come ha ricordato Saggese: smobilitare la liquidità ferma sui conti correnti e intercettare la platea più giovane.
In questo senso, il Metaverso può essere un’opportunità? Secondo Dones, “potrà essere un canale addizionale attraverso il quale andare a ingaggiare fasce di clientela oggi non completamente gestite”, per esempio attraverso le lounge e i metaeventi. Ma cos’è una lounge? Ad oggi, come ha ricordato anche Fracassi, è una porta d’accesso ai palazzi virtuali del Metaverso, dove possono entrare sia i clienti che vogliono interagire con l’operatore e/o il consulente finanziario sia i dipendenti, per lavorare.
Ma per un consulente finanziario, a questo punto, sarà più facile ed efficace incontrarsi con la clientela nell’ufficio fisico o nell’ufficio virtuale?
Prossimità e presidio seguiranno i consulenti anche nel Metaverso
“Il nostro mondo”, ha risposto Conte, “ha sempre rappresentato i concetti di prossimità e di presidio in maniera molto chiara negli anni. Sono concetti che hanno espresso la loro forza dirompente proprio durante i periodi più bui, più seri, più problematici degli ultimi anni. L’emergenza sanitaria ha dimostrato quanto la prossimità e il presidio del rapporto siano i fattori di successo principali del nostro mondo. E in virtù di questo, con grande prudenza, ritengo che questo ambito possa rappresentare un’opportunità fintanto che questi due concetti riusciranno ad ampliare le loro potenzialità”. Quindi, prossimità e presidio anche nel Metaverso.
Quanto poi all’avatar, che non sia qualcosa di distante, una sorta di consulenza in formato sintetico, ma che sia portatore degli stessi valori di cui è portatrice la persona in carne e ossa nella vita reale. “È fondamentale che non si deumanizzi il rapporto e che ne sia invece mantenuta la ‘chimica’”, ha sottolineato Conte.
Dal consulente finanziario al “Meta advisor”: una trasformazione possibile?
Il Meta advisor, ha detto Dones, è sicuramente una figura alla quale arriveremo. Nella sua fase iniziale, avrà un ruolo importante: ossia, la messa a punto del progetto di educazione finanziaria delle generazioni giovani e anche di quelle un po’ meno giovani.
“Dovrà costruire – o aiutare a costruire – quei contenuti digitali immersivi, basati su logiche di gaming, magari a livelli di complessità crescente, che faranno sì che gli investitori possano agire nel Metaverso con fiducia e in maniera allineata rispetto al loro profilo”. Quindi, forse, all’inizio sarà più che altro un “Meta coach”, fornendo inizialmente elementi culturali e di spiegazione di prodotto per poter investire. Solo a tendere si potrà parlare di Meta advisor, quindi di qualcuno che sarà abilitato a consigliare strumenti finanziari nel Metaverso.
Non solo Meta coach e Meta advisor. Dones ha citato anche le “Meta fabbriche”, ideatrici e produttrici di strumenti finanziari nel Metaverso. Per Conte si tratta dell’ennesima sfida formativa della categoria, “come tante ce ne sono state in questi decenni, e tante volte le abbiamo anche anticipate. Cambierà il mezzo, non il metodo. L’affiancamento all’investitore del futuro dovrà rappresentare quello che ha sempre rappresentato, in termini di educazione finanziaria. Attraverso queste modalità, probabilmente riusciremo a farlo meglio e più rapidamente. In maniera più efficace”. C’è piuttosto un tema di normativa, ha puntualizzato: occorre livellare il campo con regole certe.
Sì, perché – come ha spiegato Fracassi – tramite blockchain e tokenizzazione molti strumenti finanziari potranno idealmente essere portati nel Metaverso. Ma starà poi alla normativa stabilire eventualmente eccezioni, paletti e limiti.