
La bolla Internet spegne 25 candeline: cosa ci ha insegnato?
Per capire il presente dei mercati finanziari è importante conoscerne il passato. Con questo spirito ripercorriamo i tempi della bolla Internet - un’esperienza da cui possiamo trarre grandi insegnamenti - a pochi giorni dal suo 25esimo anniversario.
Era il 10 gennaio 2000, nel pieno dell’epoca d’oro di internet, quando Steve Case, cofondatore di AOL, annunciò il matrimonio con Time Warner, un accordo record del valore di 350 miliardi di dollari. L'annuncio non fu solo un boost per il mercato, ma la conferma di un nuovo paradigma: in quel momento il valore di AOL era il doppio rispetto al colosso Time Warner e la New Economy sembrava pronta a sorpassare la Old.
In realtà, l'unione tra i nuovi media di AOL (in quel momento l'internet provider più importante al mondo e proprietario di Netscape, il primo browser) e quelli “vecchi” di Time Warner (proprietaria di oltre 90 riviste tra le più importanti in USA, e dei canali CNN, TNT e Cartoon Network) si sgretolò pochi anni dopo, tanto da essere citata nelle business school come esempio della peggiore operazione della storia.
L’accordo tra Aol e Time Warner è stato al tempo stesso l'apice dell'epoca d'oro - con l’indice Nasdaq che il 10 marzo 2000 raggiunse il suo punto massimo a 5132.52 punti - e l’inizio dello sgonfiamento della bolla di Internet, che ha spazzato via trilioni di dollari di capitalizzazione di mercato. Lasciando gli investitori più poveri, ma forse più saggi.
Un’epoca incredibile
Una decade, quella culminata nel marzo del 2000, dove si sono costruiti sogni, speranze, grandi idee, società che sono rimaste promesse e società che sono diventate leader del loro tempo, un'era in cui si sono create ricchezze e altrettante sperperate, un'epoca in cui si pensava di aver trovato l'elisir di prosperità per l'economia poi disciolto nella realtà dei cicli economici.
Ricordate NETSCAPE e CISCO, due tra le società più celebri dell’epoca? Netscape fu per qualche anno il più importante browser al mondo, uno dei primi grandi successi di quell'euforia, con un prezzo che in pochi giorni passò da 14 a 75 dollari.
Cisco System era leader mondiale nella progettazione, sviluppo e nella commercializzazione di apparecchiature di rete internet (i cosiddetti router) e vide a inizio 2000 una performance del 10.000%.
Oggi Netscape non esiste più; Cisco sì, ma non ha mai più rivisto i massimi di inizio millennio. Alan Greenspan, banchiere centrale già celebre per i suoi discorsi asciutti ed enigmatici, pur senza citare la parola “bolla” parlò di "esuberanza irrazionale" per ammonire gli animi troppo accesi degli investitori e le valutazioni troppo elevate dei mercati.
L’anima di una bolla sono le aspettative
Ma come si crea una bolla? L’elemento fondamentale è l’aspettativa: far immaginare qualcosa di grande che ancora l'uomo comune non può vedere.
Gli insegnamenti tratti dalla "bolla Internet" sono quanto mai attuali in un momento in cui l’indicatore CAPE messo a punto dal premio Nobel Robert Shiller - e divenuto un punto di riferimento per le valutazioni di borsa - suona l'allarme sulle "Magnifiche 7".
Venticinque anni fa, molti risparmiatori si illusero di poter fare da soli e si scottarono. Oggi dovremmo aver imparato che l'affiancamento di un professionista, capace di metterci al riparo dagli errori dettati dall’euforia e dell’emotività, e la diversificazione sono elementi imprescindibili negli investimenti.