25 giugno 2024

BTP e non solo: i punti chiave della relazione Assoreti sul 2023

Pubblicato in: Financial Advise

Un aumento della fiducia riposta nelle reti di consulenza finanziaria: è quanto Assoreti, l’associazione delle banche e delle imprese di investimento, ha registrato nel corso del 2023. Dati, numeri e tendenze sono riportati nella relazione sull’anno passato, presentata lo scorso 6 maggio .
Secondo il dettagliato rendiconto, alla fine del 2023 l’associazione includeva 20 banche e due società di intermediazione mobiliare “che, nel loro insieme, si avvalevano dell’operato di 26.635 consulenti finanziari abilitati all’offerta fuori sede”. Tenuto conto che i consulenti finanziari attivi iscritti all’albo a fine 2023 erano circa 35mila (35.265), ciò portava la rappresentanza sul totale al 75,5%. Ma quali sono le altre evidenze emerse dalla relazione annuale? Lo vediamo subito.



L’attività delle reti di consulenti finanziari abilitati all’offerta fuori sede

“In un contesto economico di grande incertezza, la fiducia riposta nelle reti di consulenza finanziaria è aumentata con ritmi sostenuti”, ci dice la relazione sul 2023. La crescita della domanda di consulenza è espressione “della sempre più diffusa consapevolezza da parte delle famiglie italiane della necessità di avvalersi di un supporto qualificato ed efficiente nella pianificazione degli investimenti”.
Il numero di risparmiatori seguiti dai consulenti finanziari abilitati all’offerta fuori sede è aumentato in modo ancor più rilevante rispetto a quanto osservato nell’anno precedente. La raccolta netta, dal canto suo, si è confermata su un livello importante, tale da rappresentare il terzo migliore risultato di sempre: 43,8 miliardi di euro.



In aumento il numero dei clienti, portafoglio medio vicino ai 35 milioni

A fine 2023, i clienti seguiti dal campione di consulenti finanziari abilitati all’offerta fuori sede rientranti nella rilevazione (22.579 professionisti operativi) hanno registrato un incremento del +3,2% e risultano pari a quasi 4,9 milioni.
Considerando il campione di società partecipanti all’indagine nel 2023, il numero di clienti è aumentato di circa 173mila unità, un numero superiore del 16,9% rispetto alla crescita osservata nel 2022 sullo stesso campione, quando le unità in più erano state circa 145mila.
Il portafoglio medio per consulente finanziario ha raggiunto i 34,8 milioni di euro, rispetto ai 31 milioni di fine 2022, e il numero di clienti mediamente seguiti da ciascun consulente finanziario abilitato è risultato pari a 215 unità, in aumento dai 209 clienti per professionista del 2022.



Le scelte di investimento dei clienti delle reti di consulenza finanziaria

Due, in particolare, le caratteristiche salienti delle scelte di investimento dei clienti delle reti di consulenza:
• da una parte si sono allineate alla tendenza osservata presso la totalità delle famiglie italiane e, in risposta al mutato contesto finanziario, hanno fortemente privilegiato i titoli di debito, in particolare i titoli di Stato;
• dall’altra hanno però mostrato elementi di differenziazione rispetto alle tendenze più generali, come per esempio una diversa propensione all’investimento in prodotti del risparmio gestito.
Nel contesto delle reti, infatti, non si è assistito a un fenomeno di riposizionamento del risparmio dalla componente gestita ai titoli a reddito fisso, quanto piuttosto al “ritorno di questi ultimi a un ruolo attivo nell’ambito di una programmazione più ampia e incentrata sulla diversificazione dell’investimento”.


La componente obbligazionaria è tornata sotto i riflettori

Dopo un biennio di disinvestimenti, nel 2023 la componente obbligazionaria si è nuovamente imposta come asset class determinante anche nelle scelte d’investimento dei clienti seguiti dai consulenti finanziari abilitati, comprese quelle nell’ambito del risparmio gestito.
Il rinnovato interesse e il riposizionamento delle famiglie hanno trovato riscontro nei mesi del collocamento dei BTP Italia e Valore, a marzo, giugno e ottobre: nel corso di questi mesi le movimentazioni su conti correnti e depositi hanno prodotto come risultato deflussi netti per 6,3 miliardi, mentre in corrispondenza degli stessi mesi il collocamento dei titoli di Stato sul mercato primario ha riguardato risorse per 5,8 miliardi di euro.
L’idea che se ne ricava è quindi che sì, l’investimento è avvenuto, ma le famiglie seguite da un consulente lo hanno realizzato attingendo alle risorse liquide e non a quelle già investite nei prodotti del risparmio gestito.



Andare oltre il BTP: il valore di una gestione professionale

La relazione annuale di Assoreti mette a fuoco un fatto incontrovertibile: in generale, dallo scorso anno nel mercato obbligazionario abbiamo assistito al risveglio dell’interesse verso i titoli di Stato, in particolare per le proposte riservate alla clientela retail.
La tentazione di disinvestire in un fondo obbligazionario per dirottare le risorse sul BTP Valore, Futuro o Green può essere stata – e tuttora potrebbe essere – molto forte. Ma è importante far riflettere la clientela sulla reale convenienza di investire nei singoli titoli obbligazionari invece che in fondi gestiti professionalmente.
Un fondo obbligazionario consente di accedere a segmenti di mercato altrimenti non a portata dell’investitore retail e garantisce una gestione professionale di aspetti cruciali come il rischio di credito e la duration.
Del resto, è proprio questo il ruolo del consulente: guidare il cliente verso scelte più ragionate, andando oltre l’intramontabile “amore per il BTP” e aiutandoli a cogliere il valore aggiunto offerto dalla gestione professionale, che tra le altre cose rende possibile, attraverso il fondo obbligazionario, un investimento adeguatamente diversificato anche in questo mercato.