21 gennaio 2021

Recovery Fund, opportunità da non sprecare per costruire il nostro futuro

Pubblicato in: Economia & Mercati

Il lago di Bracciano, situato a nord di Roma, è una delle tante bellezze naturalistiche italiane. Porta in dote un bacino idrografico di 150 chilometri quadrati ed è l’emblema di uno dei problemi principali dell’Italia: un Paese bello, ma trascurato.

Sì perché, nella torrida estate del 2017, il lago di Bracciano è stato svuotato per rifornire i cittadini romani che rischiavano di rimanere senza acqua potabile.

Colpa del caldo eccezionale, è vero, ma anche e soprattutto della cattiva manutenzione delle tubature, che lungo il percorso disperdono quasi metà dell’acqua trasportata. Il risultato? L’abuso di estrazione ha ridotto notevolmente la portata d’acqua del lago, deturpando tra l’altro l’area

Questo perché l’acqua è un bene essenziale primario, ma non viene trattato come tale: trascurato per anni, è diventato ormai un problema strutturale che sempre più frequentemente assume la forma di emergenza.

Per una delle principali potenze economiche mondiali e per la seconda manifattura europea, questa è una condizione inaccettabile.


Costruire, non rattoppare


Il problema principale è che questa carenza – come molte altre in Italia – è dovuta proprio alla scarsa manutenzione delle strutture, sempre più obsolete, pericolanti, spesso rattoppate, inquinanti e fonte di spreco, cioè tutto il contrario di quelle che sono le nuove disposizioni e direttive mondiali, oltre che sociali.

Come affrontare questo problema?
Sicuramente risparmiando nel consumo: sarebbe già una buona pratica se individualmente ci abituassimo a prestare maggiore attenzione allo spreco dell’acqua. Ma può una delle principali potenze del mondo, nell’anno 2021, affidarsi a una soluzione parziale e non governabile? La risposta breve è “no”.

Fin qui abbiamo parlato di risorse idriche, ma lo stesso ragionamento potrebbe applicarsi tranquillamente a molti altri ambiti.

Alla luce di quanto detto, la domanda sorge spontanea: ha davvero senso continuare a “perdere” tempo per tappare falle o tamponare emergenze? 

O sarebbe più utile investire per costruire qualcosa di nuovo ed efficiente?
Tanto più in un momento in cui si profilano all’orizzonte i miliardi stanziati dall’Europa sotto il nome di “Next Generation EU”, fonti di finanziamento dedicate allo sviluppo del Paese per le future generazioni.


Dall’acqua al risparmio


Non ci sono solo le risorse del Recovery Fund: secondo gli ultimi dati ufficiali di Banca d’Italia, nei conti correnti italiani sono depositati ben 1.722 miliardi di denaro improduttivo e inutilizzato, che rischia con il tempo di essere eroso: un tesoretto enorme e “dormiente”, che potrebbe essere risvegliato e impiegato – insieme alle risorse europee in arrivo – nella costruzione di un futuro migliore. Lasciando da parte lo slogan “fate presto” – che troppe volte ha deluso nei risultati – per spostarsi verso un più plausibile “purché sia fatto bene”.

Per dirla con le parole del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, “questo è il tempo dei costruttori”: quello che stiamo vivendo è un momento difficile, ma al tempo stesso ricco di opportunità, poiché oggi ci sono le risorse per rendere il futuro produttivo e redditizio per tutti. È il momento di costruire, è il momento di investire, il futuro è nelle nostre mani. Mai come oggi possiamo essere artefici del nostro destino.

Ma bisognerà farlo con estrema attenzione perché i fondi in arrivo dall’Europa – in tutto 209 miliardi, di cui 82 a fondo perduto e 127 come prestito – non sono soldi regalati: in parte andranno restituiti, pena l’accumulazione di nuovo debito.

E se queste risorse saranno utilizzate male, rischiamo nuove destabilizzazioni finanziarie, che abbiamo già sperimentato e che è meglio non ripetere. 

Per questo, saranno decisive le forme e la destinazione di queste risorse.
È un’occasione unica per costruire il domani che vorremmo.


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