05 novembre 2020

Recovery Fund, per l’Italia un’occasione storica da non fallire

Pubblicato in: Financial Advise

200 miliardi di euro a disposizione: come spenderli?

Nel settecentesimo anniversario dalla morte di Dante, la Divina Commedia è metafora della nostra attualità: dopo l’inferno della crisi del 2008 e il purgatorio degli anni seguenti, a cui si è aggiunta l’emergenza covid, la via per il paradiso potrebbe essere rappresentata dal Recovery Fund.

Il fondo per la ripresa, ribattezzato Next Generation Ue, incarna infatti l’occasione per il futuro dell’Italia e dei nostri figli: di colpo, siamo passati dal problema di come trovare i soldi a quello di come spenderli. Una bella trasformazione!

Duecento e più miliardi di euro, tutti per noi, da impiegare nel migliore dei modi, è un’occasione storica da non fallire. E le idee non mancano, e i settori su cui puntare sono moltissimi: l’Italia è ricca di opportunità, ma anche di falle da riparare. L’aerospaziale, la moda, la manifattura, l’arredamento, il cibo e il turismo e – naturalmente - la sfida del 5G: c’è solo l’imbarazzo della scelta. Senza dimenticare l’importanza di ricerca e istruzione – del resto il piano si chiama “Next Generation UE” proprio perché è pensato per costruire l’avvenire delle generazioni future.




Una scelta di campo

Prima di tutto però dovremo compiere una scelta di campo: l’Italia vuole diventare un Paese a basso costo e ad alta produttività, o vuole investire su alte tecnologie, una strada più lunga ma che permetterebbe di diventare un Paese all’avanguardia?

Dalla scelta dell’una o dell’altra opzione arrivano risultati molto differenti, perché un Paese molto produttivo porta immediatamente molto lavoro, ma tiene i salari bassi, mentre un Paese tecnologicamente avanzato fa un investimento di lungo termine che, una volta sbocciato, alza il tenore di vita di tutti. Guardiamo alla differenza tra il Vietnam e Paesi come Singapore e Corea del Sud: tutti e tre hanno avuto un passato di profonda povertà, tutti e tre sono diventati paesi a forte crescita economica, ma con sistemi diversi e con altrettanti benefici. Il Vietnam è un Paese ad alta produttività, ma rimane pur sempre nell’ambito degli emergenti, con costi della produzione bassi e salari bassi. Al contrario, la Corea del Sud e Singapore hanno puntato sull’alta tecnologia diventando due tra i Paesi con il più alto Pil pro capite.

Il momento è cruciale: bisogna scegliere i progetti e impostare una strategia industriale lungimirante, da mantenere immutata per almeno dieci anni. E la politica in questo gioca un ruolo determinante.

Insomma, nonostante il periodo complicato e costellato senza dubbio di momenti bui, camminiamo paradossalmente su un terreno mai stato così fertile per la coltivazione di nuovi progetti e la crescita di future opportunità.




Dall’impegno del mondo finanziario al ruolo dei Pir

In tutto questo, le istituzioni finanziarie hanno fatto il possibile per contenere le crisi e gli imprevisti: grazie al supporto della Bce, oggi il debito oggi non è più un problema impellente, i tassi d’interesse sono bassissimi e gli sprechi di risorse (ovvero il debito “cattivo”) sono diminuiti rispetto al passato.

Inoltre, sono proliferati in questi anni prodotti finanziari utili per poter cogliere le opportunità future. Un esempio su tutti è rappresentato dai Pir, ora riportati alla loro struttura originale, pensati proprio per permettere al risparmiatore di guadagnare scommettendo sulla crescita e lo sviluppo del Bel Paese (espressione coniata, tra l’altro, proprio dal Sommo Poeta).

Insomma, dopo aver fatto l’Italia è il momento di investire sugli italiani. Anche Dante sarebbe d’accordo.


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