03 ottobre 2022

Quanto vale la Silver Economy? Analisi dello scenario italiano

Pubblicato in: Financial Advise

Secondo le stime dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, entro il 2050 una persona su 5 nel mondo avrà più di 60 anni. E in Italia, il Paese più “vecchio” dopo il Giappone, gli over 65 diventeranno un terzo della popolazione complessiva entro lo stesso anno (oggi sono circa 14 milioni, poco meno del 24% del totale), come emerge dall'ultimo Quaderno di Approfondimento di Itinerari Previdenziali.

Sono numeri che parlano chiaro: l’aumento della popolazione anziana sarà una delle principali sfide globali del futuro. L’invecchiamento della popolazione, tuttavia, non costituisce solo un costo sociale, al contrario: è tempo di superare la visione stereotipata – e ad oggi di fatto superata - degli anziani come soggetti prevalentemente bisognosi di assistenza e focalizzati su bisogni socio-sanitari. Oggi quella degli over 65 è spesso una platea attiva ed economicamente benestante, che viaggia, consuma e ha degli interessi.
Basti pensare che, stando alle stime di Itinerari Previdenziali, il Pil generato in Italia dalla cosiddetta Silver Economy, intesa come il complesso delle attività economiche rivolte alle persone con 65 anni o più, sarebbe quantificabile tra i 323,5 e i 500 miliardi di euro. Stiamo parlando di un valore compreso tra il 20% e il 30% del Pil italiano del 2020. Un potenziale che rende la longevità della popolazione italiana una grande risorsa e un’importante leva di sviluppo per il Paese e la società intera.


Anziani in Italia, un viaggio tra i “Silver” del nostro Paese

È proprio dalla necessità di un profondo cambio di paradigma che prende le mosse lo studio condotto da Itinerari Previdenziali e contenuto nel Quaderno di Approfondimento 2022 “Silver Economy, una nuova grande economia. Chi sono, cosa fanno e cosa desiderano i Silver italiani”. Questo ha analizzato un campione di 5.002 unità statisticamente rappresentative della popolazione italiana di età superiore ai 50 anni.
Tuttavia, ha precisato il professor Alberto Brambilla, Presidente del Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali, “considerare un’età ancora giovane come i 50 anni come perimetro rischia di uniformare eccessivamente una popolazione che al suo interno presenta caratteristiche, necessità, disponibilità economiche e abitudini di consumo molto diverse sia in funzione dell’età anagrafica sia della distinzione tra lavoratori attivi e pensionati”.
Di qui la scelta di guardare ai dati dello studio distinguendo 3 grandi raggruppamenti di età: 50-64, 65-74 e over 75 e considerando come Silver tutte le persone che abbiano raggiunto i 65 anni, nella maggior parte dei casi pensionati o lavoratori vicini alla pensione.
Ciò detto, la survey analizza i tratti salienti della platea di riferimento indagandone situazione socio-economica, aspettative per il futuro e abitudini nei confronti di salute, mobilità, prodotti di consumo e uso della tecnologia. Con il duplice obiettivo di circoscriverne i bisogni - presenti e futuribili - e di offrire spunti utili sui principali settori toccati dall’economia d’argento.


La classe d’età al momento più solida, la rilevanza della Silver Economy Italia

Ne emerge un quadro interessante. L’analisi restituisce la fotografia di una popolazione sempre più “sola” – si stima che, tra meno di 20 anni, un over 65 su tre vivrà da solo e dovrà dunque destinare buona parte dei risparmi alla pianificazione e gestione della propria vecchiaia - e, al contempo, caratterizzata da una condizione economica migliore e da una capacità di spesa superiore rispetto alle altre fasce d’età.
Gli over 65 infatti, si rivelano l’unica classe anagrafica il cui rischio e il cui livello di povertà è diminuito nell’ultimo decennio e quella meno indebitata in assoluto.
In particolare, lo studio stima il patrimonio medio dei Silver italiani (basandosi su dai dati MEF e Banca di Italia) intorno a 292mila euro che, moltiplicati per 13,9 milioni di soggetti interessati, portano il totale della loro ricchezza a 4.059 miliardi di euro, pari al 41,4% della ricchezza totale degli italiani. Scendendo ancora più nel dettaglio, di questa ricchezza 1.501 miliardi di euro sono rappresentati dal patrimonio mobiliare e 2.558 miliardi da quello immobiliare.





Nel complesso, il Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali ipotizza un valore di 283,6 miliardi dello spendibile netto annuo dei Silver italiani, una cifra che, nei prossimi 20/25 anni, verrà in parte destinata ad ampliare i volumi dei consumi di questa fascia della popolazione e in parte trasferita a figli o parenti.
Gli over 65 infatti, ha sottolineato ancora Brambilla, si trovano nella maggior parte dei casi in una fase di decumulo, che li porta a “utilizzare” quasi tutti i loro redditi in consumi o sostegni ai familiari. Anzi, sono più propensi non solo ad acquistare o usufruire di beni e servizi riguardanti la cura della persona e della salute (assistenza, farmaci e altre spese sanitarie). Ma anche in ambito ricreativo (spese per viaggi, turismo, tempo libero, strutture ricettive o di ristorazione).


Silver Economy: un vero e proprio Megatrend

Guardandola dal punto di vista dei settori economici che potrebbero beneficiare dell’esplosione della Silver Economy, la Commissione Europea identifica in particolare quelli della salute, dell’alimentare e bevande, dell’arredamento e delle attività ricreative.
Il sistema economico, produttivo e dei servizi sta progressivamente prendendo atto di queste esigenze e si sta attrezzando di conseguenza proponendo prodotti e servizi studiati specificamente per questa fascia di popolazione.
Stiamo parlando di servizi e prodotti finanziari e assicurativi calibrati, prodotti alimentari, farmaceutici e nutrizionali specifici, mezzi e attrezzature per favorire l’autonomia e la mobilità. Ma anche strumenti di domotica, device e piccoli elettrodomestici per il controllo a distanza della salute o servizi di svago e assistenza per autosufficienti fino ai grandi non autosufficienti, e molto altro ancora.
Quello che si delinea è un vero e proprio Megatrend. Come tale, può rivelarsi interessante da esplorare anche lato investimenti, nell’ottica di un’allocazione di portafoglio orientata al futuro e al mondo che verrà.


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