Protezione assicurativa, un’enorme opportunità per il settore private
La vita media si allunga e la popolazione anziana cresce sempre di più. Il che è una buona notizia per chi vede la propria aspettativa di vita aumentare. Ma pone tutta una serie di sfide e problemi. L’invecchiamento della popolazione è infatti una grande tendenza demografica di cui si parla ormai da tempo, che sta trasformando progressivamente le esigenze della popolazione. Anche a livello finanziario.
Salute in cima alle preoccupazioni dei clienti private
“Ogni anno chiediamo a un campione di clienti quali siano le parole che hanno in mente”, ha raccontato Andrea Ragaini, presidente dell’Associazione Italiana Private Banking (AIPB), nel corso di un evento intitolato “Protezione assicurativa: la nuova frontiera dei modelli di servizio”.
Ebbene, a eccezione del 2022, in cui la maggior parte delle risposte ha riguardato l’invasione russa dell’Ucraina, “il primo tema è sempre quello della salute, a fronte di una vita sempre più lunga e un decumulo del patrimonio da posticipare nel tempo”. E pensando al futuro, ben l’81% dei clienti private, al di là delle attività finanziarie, pensa a due elementi di protezione: la salute e l’assistenza in caso di non autosufficienza.
Insomma, le esigenze assicurative dei clienti private stanno aumentando. Eppure, la penetrazione dei prodotti assicurativi in questo mercato è ancora piuttosto ridotta. Nonostante nel 2023 la raccolta totale del mercato assicurativo in Italia abbia raggiunto quota 11,2 miliardi di euro, +10% sul 2022, ad oggi i prodotti assicurativi a contenuto finanziario rappresentano solo il 20% dei portafogli delle famiglie servite dal private banking.
Stiamo parlando di un mercato di circa 700mila famiglie (il 3% del totale), che gestiscono però una ricchezza complessiva enorme, pari a 1.196 miliardi di euro, con una ricchezza media di 1,9 milioni di euro e un’età media del decisore finanziario di 58 anni.
Un bisogno ancora non pienamente soddisfatto
Di queste famiglie private, tuttavia, solo il 24% si sente sufficientemente protetto, mentre il 64% ritiene che prima di ragionare di gestione degli investimenti sarebbe giusto pensare alla copertura assicurativa dai rischi. E l’interlocutore più ricercato da questo tipo di clientela per affrontare temi delicati come la copertura dai rischi di malattia e non autosufficienza è proprio il private banker. Una scelta comprensibile, commenta Ragaini, “perché esiste un rapporto di fiducia: è quello che conosce di più il cliente ed è un interlocutore unico con cui gestire diverse problematiche”.
In effetti, evidenzia l’analisi di AIPB, oltre due terzi della clientela (68%) si aspetta dal proprio private banker una consulenza sui rischi a cui è esposta la propria famiglia o l’impresa e le relative soluzioni assicurative: un dato che è secondo solo alla richiesta di consulenza per la pianificazione finanziaria di lungo periodo (78%).
Protezione: il fulcro della proposta futura
Insomma, per il settore della consulenza finanziaria lo spazio di crescita in questo segmento non manca. La protezione è vista oggi dai clienti private come una componente essenziale della consulenza finanziaria evoluta, destinata ad assumere una rilevanza crescente nel tempo.
Alla luce di queste considerazioni, conclude Ragaini, proprio il tema della protezione potrebbe rappresentare uno dei perni su cui impostare la proposta futura del settore private banking: “Iniziamo ad averne consapevolezza” è il messaggio cardine che permetterà di scoprire quanto si rivelerà determinante.