17 gennaio 2023

Il private banking in Italia, tra crescita solida e sfide per il 2023

Pubblicato in: Financial Advise

Il 2022 si è rivelato un anno inaspettatamente complesso, sotto svariati punti di vista. Dall’invasione russa in Ucraina, con tutte le ripercussioni del caso sul settore dell’energia, fino all’aumento incontrollato dell’inflazione e agli effetti delle politiche anti-Covid della Cina sulle catene di approvvigionamento.


Il punto sui numeri del 2022 relativi ai servizi di private banking in Italia

Anche in un contesto difficile, tuttavia, possono emergere interessanti opportunità di investimento. Una conferma in questo senso arriva dal buono stato di salute dimostrato dal settore del private banking: stando all’ultima indagine di AIPB , l’associazione italiana del private banking, focalizzata sulla clientela con un patrimonio finanziario di almeno 500mila euro, le masse in gestione al settore dovrebbero attestarsi a fine 2022 a 949 miliardi di euro, per superare quota mille miliardi nel 2024, grazie a una crescita media annua attesa per il biennio del 6,8% (contro il +2,7% degli operatori retail).
Insomma, pare che il settore non conosca crisi: dal 2007, anno in cui sono iniziate le rilevazioni di AIPB, il private banking italiano ha infatti registrato una crescita costante (CAGR consolidato a giugno 2022 pari al +6,6%), superiore a quello della ricchezza italiana (+ 1,4%) e del Prodotto Interno Lordo (-0,3%).
Una crescita che, scrive l’Associazione, “evidenzia la capacità dell’Industria di affrontare e superare con successo le fasi critiche legate ai cicli economici e alle fasi alterne dei mercati”. Tanto che, anche “in un anno complesso come il 2022, l’Industria ha comunque segnato risultati positivi evidenziando, nel primo semestre, una nuova raccolta del 4,1% degli asset in gestione, che si confronta con la variazione del -0,2% degli operatori retail”.


Wealth Management: verso una consulenza sempre più “olistica”

Si tratta in effetti di due mondi differenti: la fascia di popolazione a cui si rivolgono i servizi di private banking richiede infatti un approccio più articolato. Tanto per cominciare, quando ci si interfaccia con la clientela private, spesso si fa riferimento non al singolo individuo ma all’intero nucleo familiare, mentre i servizi offerti tendono ad andare oltre la sola consulenza finanziaria per abbracciare l’intero patrimonio della famiglia.
Nonostante la crescita costante, tuttavia, è importante ricordare anche le sfide a cui il private banking andrà incontro nei prossimi anni, prosegue AIPB, che proprio su questo tema ha sondato l’opinione degli operatori del settore. Ne è emerso che esse ruotano fondamentalmente intorno ai tre pilastri dell’industria, che ne hanno determinato il successo fin qui: fiducia, innovazione e protezione.


Le sfide del 2023: proiettarsi verso il futuro 

Tra le azioni ritenute prioritarie per confermare il successo del modello di servizio del private banking, il 68% degli associati di AIPB ha citato la necessità di attrarre professionisti giovani: stando alla rilevazione effettuata ogni biennio sulla composizione per età dei banker, infatti, la quota di professionisti tra i 30 e i 40 anni si è ridotta dal 21% del 2012 al 13% del 2020, mentre è aumentato il peso dei 50-60enni, dal 27% al 41%.
Circa il 61% degli associati porta all’attenzione un altro tema generazionale: la capacità di trasferire la fiducia guadagnata alle future generazioni di clientela, intenzionate a impiegare la propria ricchezza in modo sostanzialmente differente rispetto ai loro genitori e nonni. Un cambiamento frutto delle evoluzioni in atto in ambito sociale e culturale che vedono, per esempio:
• più donne tra i decisori finanziari;
• clienti nativi digitali che esigono un’operatività online completa, veloce ed efficiente;
• maggiore mobilità della clientela;
• maggiore interesse per investimenti innovativi e nuove tipologie di professionisti.
Al terzo posto (43% degli associati), emerge proprio la sfida della tecnologia, intesa come possibile motore di innovazione del servizio per meglio conoscere i bisogni della clientela e fornire soluzioni adeguate.
Al quarto posto compare infine la tutela del patrimonio nel tempo (citata dal 25% degli associati), sulla quale avranno un impatto le evoluzioni degli assetti familiari, l’allungamento della speranza di vita, la riduzione del welfare pubblico e gli impatti di percorsi professionali meno definiti.


Gestione patrimoniale privata: la protezione diventa un “must” anche per gli investitori

Il 96% degli operatori – precisa AIPB – registra un aumento della clientela private secondo cui è necessario coprirsi dai rischi prima di ragionare sulla gestione degli investimenti (64% della clientela), rispetto a coloro che ritengono il loro patrimonio sufficiente per proteggersi dagli imprevisti che possono avere un forte impatto sul patrimonio familiare (51% della clientela).
“Anche in un anno straordinariamente complesso come il 2022, il private banking ha saputo proseguire nel suo virtuoso percorso di crescita. L’ulteriore sviluppo dell’Industria continuerà a fondarsi sulla centralità della consulenza e del private banker”, ha dichiarato il Presidente di AIPB, Andrea Ragaini. “Guardiamo al futuro consapevoli della solidità del nostro modello di business e della capacità del private banking di rispondere alle nuove sfide che ci attendono in un mondo in profonda evoluzione economica, culturale e sociale”.


Prepararsi alle grandi trasformazioni in vista

I grandi patrimoni, dunque, continuano a esprimere forte e chiara la necessità di essere affiancati da un professionista a tutto tondo. Ma il settore del private banking si troverà presto ad affrontare un massiccio passaggio di ricchezza tra generazioni con esigenze e peculiarità diverse tra loro: come accennato, la possibilità di accedere a tutti i servizi online sarà tra gli aspetti fondamentali per i clienti private di domani. I professionisti del settore dovranno farsi trovare preparati. Alcuni, come sappiamo, sono pronti già oggi.


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