12 novembre 2024

Ocse, economia globale a un “punto di svolta”

Pubblicato in: Economia & Mercati

L’economia globale è finalmente a un “punto di svolta”, dopo gli anni di inflazione elevata e tassi di interesse in rialzo: la crescita si manterrà su un ritmo sostenuto nel 2024 e nel 2025, pur con qualche differenza a livello geografico. Ad accompagnarla – e sostenerla – saranno il progressivo calo dell’inflazione, l’aumento dei salari reali e, in molti Paesi, politiche monetarie meno restrittive che potrebbero alimentare la domanda.
È la fotografia scattata dall’ultimo aggiornamento delle previsioni economiche dell’OCSE, l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico – intitolato non a caso “Turning the corner” (“svoltando l’angolo”) – secondo cui l’economia globale avanzerà del 3,2% sia nel 2024 sia nel 2025.



Le stime dell’aggiornamento OCSE

Nel dettaglio, l’Eurozona è vista progredire, anche se un po’ più lentamente (+0,7% nel 2024, +1,3% nel 2025), sostenuta dalla ripresa dei redditi reali e dal miglioramento della disponibilità di credito. L’inflazione dovrebbe scendere al 2,4% quest’anno e al 2,1% nel 2025, anche se la componente core è più lenta a tornare verso il target e si attesterà al 2,8% nel 2024 e al 2,2% nel 2025.
Quanto all’Italia, le proiezioni indicano una crescita dello 0,8% quest’anno e dell’1,1% il prossimo. “L’Italia sta facendo relativamente bene in questo momento, con una crescita molto vicina al suo potenziale”, ha detto il capoeconomista dell’OCSE Alvaro Pereira. “È importante continuare sulla linea della prudenza di bilancio, perché il livello del debito è piuttosto elevato: occorre quindi ridurre le esenzioni fiscali, per ampliare la base imponibile. Questo è assolutamente essenziale per il futuro”.
Sempre restando in Europa, la Spagna sorprende in positivo, con una crescita stimata del 2,8% quest’anno e del 2,2% il prossimo, mentre la Germania continua ad arrancare, anche se dovrebbe riuscire a evitare una decrescita: l’OCSE stima un Prodotto Interno Lordo in aumento dello 0,1% nel 2024 e dell’1% nel 2025.
Volgendo lo sguardo verso l’altra parte dell’Oceano, e più precisamente negli Stati Uniti, la crescita del PIL è attesa in rallentamento, ma comunque sostenuta da una Fed più accomodante: +2,6% nell’anno delle elezioni presidenziali e +1,6% nel 2025. Confermate infine, sia per quest’anno che per il prossimo, le stime sul PIL della Cina, rispettivamente al 4,9% e al 4,5%.



L’inflazione rientra progressivamente nei ranghi

L’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico prende atto della maggiore vivacità dei servizi rispetto al manifatturiero ma aggiunge che, per quanto ancora bassa rispetto alle tendenze di lungo periodo, la fiducia sta migliorando in Europa e nelle economie dei mercati emergenti.
Le previsioni indicano inoltre un’inflazione complessiva nell’area del G20 in calo dal 6,1% nel 2023 al 5,4% nel 2024 e al 3,3% nel 2025. Nelle economie avanzate del G20, l’inflazione di fondo dovrebbe diminuire dal 4,2% del 2023 al 2,7% nel 2024 e poi al 2,1% nel 2025. Nelle economie emergenti, l’inflazione rimarrà generalmente più alta e si ridurrà gradualmente, seppure con qualche eccezione.



Uno scenario, nel complesso, incoraggiante

Lo scenario risulta dunque globalmente positivo, anche se, avverte l’Organizzazione, i rischi restano e non vanno sottovalutati. Dalle tensioni geopolitiche a quelle commerciali, che potrebbero mettere sotto pressione i prezzi dei beni importati, fino al possibile rallentamento della crescita, se il mercato del lavoro dovesse raffreddarsi inaspettatamente, e ai possibili deragliamenti dal binario della disinflazione.
Allo stesso tempo, volendo guardare il bicchiere mezzo pieno, la ripresa dei redditi reali potrebbe dare maggiore impulso alla fiducia e ai consumi, mentre un ulteriore calo del prezzo del petrolio potrebbe spingere l’acceleratore della disinflazione, osserva l’OCSE.
Le previsioni incoraggianti dell’Organizzazione per lo Sviluppo Economico sembrano dunque tratteggiare un quadro in cui le opportunità di investimento non mancheranno. Potrebbero tuttavia presentarsi fasi di volatilità anche momentanee, in cui sarà importante gestire l’emotività dei clienti, aiutandoli a restare focalizzati sui loro obiettivi di lungo periodo e guidandoli verso una pianificazione finanziaria consapevole e ragionata.


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