08 marzo 2023

Previsioni economiche della Banca Mondiale: cosa è emerso?

Pubblicato in: Economia & Mercati

L’ultimo rapporto della Banca Mondiale sulle prospettive economiche globali, il Global Economic Prospects report, ci conferma qualcosa su cui altri ci hanno già messo in guardia: inflazione elevata, aumento dei tassi d’interesse, riduzione degli investimenti e interruzioni e incertezze degli approvvigionamenti a seguito dell’avvio della guerra russa in Ucraina stanno provocando un rallentamento della crescita globale. Rallentando che potrebbe tramutarsi in recessione.
Cosa potrebbe farci passare dalla padella del rallentamento alla brace della recessione? Un’inflazione più alta del previsto, un brusco aumento dei tassi di interesse per contenerla, una recrudescenza della pandemia Covid-19 o un’escalation delle tensioni geopolitiche: tutti fattori che già sappiamo essere in ballo. Quello che forse non sappiamo è che sarebbe la prima volta in oltre 80 anni che si verificano due recessioni globali nello stesso decennio.


Previsioni economiche 2023 e 2024 riviste al ribasso per le economie avanzate ed emergenti

Al momento, però, le previsioni indicano una crescita dell’economia globale dell’1,7% nel 2023 e del 2,7% nel 2024. Rivisti al ribasso, per il 2023, i pronostici per il 95% delle economie avanzate e per quasi il 70% delle economie dei mercati emergenti e in via di sviluppo.




La crescita delle economie avanzate dovrebbe rallentare dal 2,5% del 2022 allo 0,5% del 2023. Un risultato frutto della media tra lo 0,5% degli Stati Uniti, lo 0% dell’Eurozona e l’1% del Giappone. Le variazioni previste per queste tre aree hanno subito una revisione al ribasso rispetto alle proiezioni diffuse a giugno. In calo anche i numeri della Cina, che comunque secondo le nuove indicazioni dovrebbe chiudere l’anno con un +4,3%.
Esclusa la Cina, la crescita dei mercati emergenti e delle economie in via di sviluppo dovrebbe rallentare dal 3,8% nel 2022 al 2,7% nel 2023, a causa di una domanda esterna significativamente più debole, appesantita da un’inflazione elevata, dal deprezzamento della valuta, da condizioni di finanziamento più rigide e da altri fattori interni.


Economie emergenti e in via di sviluppo: investimenti per il clima

Fra le altre cose, il rapporto offre una prima valutazione completa delle prospettive di crescita degli investimenti a medio termine proprio nelle economie emergenti e in via di sviluppo. Nel periodo 2022-2024, gli investimenti lordi in queste economie dovrebbero crescere in media di circa il 3,5%, meno della metà del tasso prevalente nei due decenni precedenti. Il rapporto presenta quindi una serie di suggerimenti per i responsabili politici, al fine di accelerare la crescita degli investimenti.
“Senza una loro crescita forte e sostenuta”, ha dichiarato Ayhan Kose, direttore del Gruppo Prospettive della Banca Mondiale, “è semplicemente impossibile fare progressi significativi nel raggiungimento di obiettivi di sviluppo più ampi e legati al clima. Le politiche nazionali per stimolare la crescita degli investimenti devono essere adattate alle circostanze del Paese, ma cominciano sempre con l’istituzione di solide cornici di politica fiscale e monetaria e con l’avvio di riforme complete sugli investimenti per il clima”.


Una corretta pianificazione patrimoniale, al di là delle incognite

Uno scenario inevitabile? Certo che no. Ma va comunque tenuto conto che le recessioni fanno parte del fisiologico andamento dell’economia e che, senza lasciarsene angosciare eccessivamente, possono creare interessanti opportunità.
Anche in ottica di investimento. Per esempio, abbiamo appena archiviato un primo mese dell’anno all’insegna dei rialzi sui mercati azionari. Secondo un vecchio adagio dei trader più accanitamente rialzisti, il mese di gennaio dà la direzione a tutto l’anno: se si sale a gennaio, si sale tutto l’anno. Ma è davvero così?
In una newsletter di Bloomberg diffusa a metà mese, Eddie van der Walt, deputy managing editor di Markets Live a Londra, ha avvertito: in un arco di tempo di 35 anni, solo 19 volte gennaio e l’intero anno si sono mossi nella medesima direzione . Ciò significa che invece sono andati in direzione opposta ben 16 volte. Le probabilità che si concretizzi l’una o l’altra situazione sono solo di poco superiori al 50 e 50. In pratica, come lanciare in aria una moneta.
Molto meglio guardare ai fondamentali, con l’ausilio di una consulenza professionale. Una consulenza che sappia aiutare l’investitore non solo a interpretare nel modo più corretto le proiezioni delle istituzioni internazionali – spiegandogli che possono essere smentite in meglio e non solo in peggio, ed è già accaduto più di una volta – ma anche a impostare una corretta pianificazione patrimoniale, in grado di resistere non tanto all’urto dei dati economici, quanto a quello dell’emotività dell’investitore.


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