21 giugno 2021

I PIR mettono il turbo all’Italia che pedala verso la ripartenza

Pubblicato in: Economia & Mercati

Si è da poco concluso il Giro d’Italia, la corsa ciclistica che ogni anno tinge di rosa il Belpaese. E che quest’anno più che mai rappresenta una perfetta metafora del momento storico in cui ci troviamo: la corsa è quella della nostra economia, prima per uscire dal tunnel della pandemia e della recessione, poi verso la ripresa; e il rosa, colore dell’ottimismo, è quello che finalmente sembra tingere le stime economiche di varie istituzioni, che tratteggiano uno scenario promettente.

Questa volta il Giro non l’ha vinto un italiano, l’ha vinto l’Italia. Perché è stato il migliore spot che si potesse fare al nostro Paese, ricco di bellezze naturalistiche, ma anche di piccole e medie imprese che sono diventate marchi importanti nel mondo e che hanno un sistema di lavoro, di qualità e di prodotto che tutto il mondo ammira.



Il ruolo dei PIR

Questo sistema però è stato colpito duramente dalla crisi. Un modo per sostenerlo, in qualità di risparmiatori, è attraverso lo strumento finanziario dei Piani Individuali di Risparmio a lungo termine. Questi prodotti, introdotti dalla Legge di Bilancio del 2017, sono pensati per incentivare i risparmiatori a investire sulle piccole e medie imprese italiane a fronte di un vantaggio fiscale.

Sì, perché il risparmio degli italiani è un enorme serbatoio di ricchezza inutilizzata che, se investita correttamente, potrebbe dare un grosso contributo alla ripresa del Paese. Secondo i dati raccolti l’anno scorso dalla Banca d’Italia, infatti, i risparmi sul conto corrente degli italiani sono aumentati dai 1.823 miliardi del dicembre 2019 ai 1.956 miliardi di fine 2020.

Giusto qualche paragone per farci un’idea di quanto sia grande questa montagna di liquidità attualmente inutilizzata, non produttiva: il totale dei risparmi degli italiani è una cifra superiore al nostro attuale PIL che è di circa 1.600 miliardi, e rappresenta quasi i quattro quinti dell’attuale livello di debito pubblico che è pari a 2.500 miliardi circa.

Ma il confronto che ancora di più impressiona è con il Recovery Plan. Se pensiamo ai 220 miliardi circa, la cifra che l’Europa presterà all’Italia per la “ricostruzione”, come a una cifra gigantesca, ebbene, quella del risparmio degli italiani depositato nei conti, e quindi infruttifero, è quasi 10 volte quella cifra.



Una pedalata verso la ripresa

L’occasione è propizia per cominciare a vedere questa cifra come un deposito di carburante che può dare il turbo all’Italia, facendo accelerare la nostra crescita, e al tempo stesso portare un rendimento ai risparmiatori che lo hanno utilizzato. I PIR sono il mezzo che può fare tutto questo.

La bicicletta, oltre a essere uno dei simboli del Giro d’Italia, è ora anche il simbolo della ripartenza economica, e di un nuovo modo di produrre crescita, più ecologica, più pulita.

Ora è il nostro turno, di cittadini e risparmiatori, di salire in sella e tornare a pedalare per rimettere in pista il nostro Paese, perché questa volta abbiamo il vento a favore, e perché questa volta abbiamo tutti gli strumenti e i mezzi per correre più veloce di tutti gli altri, e finanche recuperare vent’anni di crescita anemica. Riportiamo a casa il colore rosa.


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