Borse, occasioni “senza precedenti” per gli investitori
Banche centrali, gli anticorpi del sistema finanziario
Ci troviamo oggi al cospetto di uno di quei momenti che i grandi investitori sognano tutta la vita. La crisi economica scaturita da quella sanitaria è sicuramente una crisi “senza precedenti”, ma “senza precedenti” sono anche le misure di stimolo che tutte le banche centrali del mondo stanno adottando per fronteggiarla e che hanno agito come anticorpi per il sistema finanziario: appena la “malattia” si è palesata, puntualmente si sono attivati.
Così le borse – dopo il primo momento di panico – offrono ora agli investitori occasioni straordinarie. Ma per capire fino in fondo come siamo arrivati a questo punto, proviamo a fare un passo indietro. La situazione attuale dei mercati è figlia degli eventi sanitari partiti da Wuhan verso la fine di gennaio e rimbalzati poi a livello planetario, mettendo in evidenza, tra le altre cose, i punti deboli della globalizzazione. Inizialmente però, quando si credeva che il virus fosse confinato in una regione più o meno sconosciuta della Cina, i mercati hanno sostanzialmente ignorato le notizie sulla sempre più rapida diffusione dei contagi.
Un’euforia ingiustificata
Anzi. Come ha evidenziato l’analisi quantitativa condotta dagli analisti in quella fase, alle notizie critiche corrispondeva addirittura una eccessiva velocità al rialzo delle borse. Una divergenza che in qualche modo doveva rientrare. E così infatti è stato: la diffusione dei casi del coronavirus - prima nei paesi confinanti con la Cina, come Giappone e Corea, e poi negli USA, in Europa e in Italia - ha fatto sì che i mercati si accorgessero di questa divergenza con la realtà e che, guardando in basso iniziassero a soffrire di vertigini. Ma al netto di un iniziale (e fisiologico) momento di “panic selling”, non c’è stata alcuna “tragedia”: i mercati oggi, come le auto, sono ben forniti di sistemi di sicurezza (rappresentati in questo caso dalle banche centrali) pronti ad attivarsi nei momenti di pericolo. La prima ad attivarsi è stata la Banca Centrale Cinese, che una volta “scoppiato l'incendio” ha profuso fiumi di liquidità, innescando la reazione positiva della borsa di Shanghai. Ma anche Bce e Fed hanno fatto la loro parte, intervenendo immediatamente con misure senza precedenti unite a un’attenta strategia di comunicazione.
Azioni e comunicazione
Stando ai calcoli dell’ex governatore della Fed Ben Bernanke infatti, la combinazione tra strategia comunicativa e politica monetaria non convenzionale potrebbe portare all’economia americana un effetto simile a quello che si può ottenere con un taglio dei tassi del 3%. Ed è proprio questa la strada percorsa dal suo successore Jerome Powell, che all’annuncio dei vari tagli dei tassi ha sempre aggiunto la comunicazione verbale – gli acquisti illimitati di titoli di Stato americani, i titoli legati ai mutui e, per la prima volta nella storia della Fed, il sostegno diretto ad aziende, famiglie e municipalità. A ben guardare, la grande strategia delle banche centrali sembra essere quella di prendere tempo per digerire definitivamente la grave crisi finanziaria del 2008, somministrando vitamine per incentivare la crescita e anticorpi per sconfiggere le crisi passeggere, riportando il paziente dopo una lunga degenza in piena attività autonoma.
Al netto di tutte queste considerazioni, il consiglio per gli investitori resta sempre lo stesso: nelle situazioni di pericolo la scelta più sensata non è mai quella di scappare seguendo il panico generale, bensì quella di rimanere per cogliere con un’oculata strategia di diversificazione quelle occasioni che il mercato offre. Soprattutto in momenti come questi in cui ai grandi interventi di stimolo monetario si somma una fase di grande trasformazione industriale.