Mercati finanziari: semestre al rialzo malgrado scetticismo
Esopo, in una delle sue favole esemplari, racconta di una volpe molto furba che, costretta dalla fame, tenta di arrivare ad alcuni succulenti grappoli d’uva. Tuttavia, nonostante la sicurezza in se stessa e svariati tentativi, non riesce ad arraffare il pasto. E siccome molti animali la osservavano deridendola, volle disinnescare la brutta figura esclamando ad alta voce: “Quest’uva è troppo acerba! Poco importa se non riesco ad afferrarla, ritornerò quando sarà matura”.
La storia della volpe e dell’uva offre il giusto destro per raccontare l’attuale approccio ai mercati finanziari: nonostante il primo semestre 2023 sia stato costellato da una sequenza infinita di imprevisti, colpi di scena, cattive notizie vere, presunte, anticipate troppo frettolosamente o non verificate, le Borse di tutto il mondo, Europa e Italia comprese, continuano a scalare nuove vette. Lo fanno lentamente, senza eccitare o provocare grande euforia, silenziosamente ma inesorabilmente, dando una percezione di solidità ma al tempo stesso anche di scetticismo.
Il punto sui primi sei mesi dell’anno, in vista dei prossimi sei
Dow Jones +3%, S&P 500 +14%, Nasdaq 100 +36%, Nikkei +27%, Dax +14% e la nostra Piazza Affari +17% . Sono state queste le temperature elevate registrate nei primi sei mesi dalle Borse. Potremmo definirla “estate da Toro”, l’animale che sui mercati simboleggia il rialzo. Ciò nonostante, nessuno si scopre e continua a regnare lo scetticismo. Anche se il mercato non li interpreta come tali, media, banche d’affari e gestori continuano a elencare una lunga serie di elementi negativi che sono motivo di preoccupazione. E che oggettivamente non mancano.
Dai tassi d’interesse che continuano a salire (anche se più lentamente) al conflitto tra Russia e Ucraina che sembra molto lontano da una tregua, dai rischi per alcune banche (anche se ormai sembra un fatto dimenticato) alla recessione che, per fortuna, non arriva. Fino all’ultimo fatto eclatante, forse l’emblema di questo rialzo che sembra non voler finire mai, accaduto nel fine settimana del 24 e 25 giugno, quando in 48 ore si sono consumate la caduta e la rinascita della Russia di Vladimir Putin, con una guerra civile che è stata schivata per un soffio.
Lunedì 26 giugno molti temevano un’apertura dei mercati tragica. Nella realtà, dopo un’iniziale titubanza, gli acquisti son tornati.
Gli esperti delle banche d’affari fanno come la volpe con l’uva
Dunque il rialzo si fa largo pur nello scetticismo generale, che quasi sembra alimentarlo. Come dimenticare l’uragano che solo l’anno scorso l’amministratore delegato di JP Morgan Chase Bank previde abbattersi sui mercati? Quasi a giustificarsi, si è arrivati a dire che questa positività è trascinata solo da sette grandi titoli della tecnologia.
In effetti, stando a calcoli di Bank of America, le sette maggiori società dell’indice S&P 500 (l’indice di Borsa più importante al mondo) sono cresciute da inizio 2023 del 70% circa, mentre i restanti 493 dello 0,1% appena. E questi sette principali titoli sono considerati estremamente sopravvalutati. Vale a dire: siccome il rialzo non l’ho previsto e non ho investito, è necessariamente un rialzo poco sano. Un po’ come fece la volpe con l’uva.
È vero anche che in ogni era di Borsa c’è sempre stato un settore che ha fatto da traino crescendo più degli altri, e i titoli di questi settori sono sempre stati più cari perché inglobavano la crescita futura. Tesi che comincia a creare una sorta di conversione, come accade agli analisti di Goldman Sachs, che recentemente hanno dichiarato: “è un rally a cui la gente non crede, ma alla fine s’è smesso di andargli contro” . Considerazione che ha spinto a rivedere al rialzo i target sull’indice S&P500 da 4.000 a 4.500 punti.
Un atteggiamento che anticipa un effetto FOMO (acronimo inglese di Fear Of Missing Out, la paura di essere tagliati fuori) che sembra ormai incipiente, stimolato dall’Intelligenza Artificiale, vero motore di questo rialzo, e che potrebbe anche essere la cura contro l’inflazione, uno stimolo per sostenere l’economia e allontanare la recessione. Un’innovazione ricca di opportunità, ma anche di rischi.
L’effetto trascinamento del trading automatico, sempre più efficiente
Nel sondaggio di Bank of America tra i principali gestori di mercato emerge che la maggior parte degli investitori è ancora pessimista su mercato, inflazione ed economia. Allora chi compra? La risposta è nell’Intelligenza Artificiale. A questo sondaggio telefonico non hanno certo risposto le macchine di trading automatico, che in questo momento hanno un gran peso sui mercati (a fine marzo, secondo i dati dell’istituto di ricerca HFR, le attività finanziarie delle gestioni quantitative ammontavano a 1.130 miliardi di dollari, il 29% del patrimonio complessivo degli hedge fund) e oggi grazie all’AI sono considerate sempre più efficienti.
Sono cifre importanti, perché hanno un effetto trascinamento su molti altri attori del mercato, come per esempio i fondi passivi, che al crescere degli indici sono costretti per loro natura a comprare titoli, alimentando il movimento e amplificandolo.