Addio 2024, un anno straordinario sotto molti aspetti
Il 2024, ribattezzato dagli analisti “l’anno elettorale”, con più di 4 miliardi di persone chiamate al voto a livello globale, sta per concludersi. E, a dispetto dei pronostici che mettevano in guardia sulla volatilità in arrivo, l’incognita politica non sembra aver pesato molto sui mercati, orientati a mettere a bilancio un’altra performance molto positiva.
Nelle previsioni degli economisti, il ritorno in primo piano della politica poteva diventare una variabile imprevedibile per i mercati, con elezioni in programma in India, Europa, USA, Taiwan, UK e, inaspettatamente, anche in Francia e Giappone. E la previsione in qualche modo è stata rispettata. Solo che, più che influenzare i mercati finanziari, la politica ha condizionato le istituzioni finanziarie, “costringendole” ad accelerare nelle loro decisioni, che per molti erano già in grave ritardo.
Le mosse delle banche centrali
La BCE ha annunciato il suo primo taglio dei tassi a giugno, alla vigilia delle elezioni europee, mentre la Fed ha optato per una riduzione “maxi” a settembre, poco prima del voto USA. Si è trattato di misure straordinarie ed eccezionali, perché raramente nella storia le banche centrali avevano agito nei periodi elettorali. E del resto, “straordinario” ed “eccezionale” sono due aggettivi che ben si prestano per sintetizzare il 2024 anche sui mercati. Perché, nonostante le grandi incognite politiche e i numerosi fatti di cronaca, l’azionario ha continuato a macinare risultati positivi, al netto di qualche turbolenza in estate, quando l’agguato allo yen ha costretto molti speculatori troppo esposti al rischio a coprirsi, vendendo e causando panico che per fortuna è stato molto breve e contenuto.
L’avanzata delle criptovalute
Ma straordinario è anche il fatto che nel 2024 i rialzi dei settori rischiosi siano stati accompagnati da rialzi di quegli strumenti tradizionalmente percepiti come “beni rifugio”: metaforicamente, sarebbe come guidare un’auto premendo contemporaneamente acceleratore e freno. Questo cambio di passo è frutto in parte dell’arrivo di nuovi protagonisti sui mercati “moderni”: i cripto-asset. Quello appena concluso è stato l’anno del Bitcoin, con l’introduzione degli ETF sulla nota criptovaluta (per ora limitati agli Stati Uniti) che ha sdoganato questo asset per ora ancora incompreso dai più.
Europa e USA alle prese con la politica
E visto che parlando dell’anno elettorale non si può prescindere dalla politica, ha senso ricordare le difficoltà di due grandi economie europee, Francia e Germania, la prima alle prese appunto con problemi politici e di bilancio, la seconda con una recessione causata da una strategia economica miope. Che impatto avranno queste crisi sull’Europa? Non per forza negativo, se si pensa al PNRR, un incentivo straordinario che secondo la BCE potrebbe far diventare Italia e Spagna le nuove locomotive del nostro continente. Insomma, dieci anni fa eravamo dileggiati come “PIGS”, oggi abbiamo la possibilità di diventare i migliori.
Infine, come non citare la vittoria elettorale di Donald Trump? Se da un lato il suo ritorno alla Casa Bianca ha lanciato sui mercati finanziari il cosiddetto “Trump Trade”, un rialzo corale delle Borse, dall’altro porta con sé un’incognita, contenuta nelle promesse economiche fatte agli elettori americani, come i dazi.
Le prime “minacce” di tariffe doganali sono arrivate a Canada e Messico, con rialzi sui prezzi del 25% e un ulteriore 10% per merci cinesi. Secondo il Wall Street Journal, un simile programma di dazi farebbe crescere l’inflazione dello 0,75% il prossimo anno, riducendo di mille dollari il potere d’acquisto di una famiglia americana. Basteranno queste cifre a riportare Trump a più miti consigli?
Lo capiremo dopo il suo insediamento. Per ora qualche indizio arriva dalla nomina a Segretario al Tesoro, il ruolo più importante della nuova presidenza, di Scott Bessent, un ex gestore di hedge fund, conosciuto per la sua ricetta economica del “3-3-3” (PIL in crescita del 3%, deficit federale al 3%, produzione di petrolio USA incrementata di 3 milioni di barili al giorno). Un uomo di mercato, dunque, che Wall Street giudica rassicurante.
Staremo a vedere, tenendo però la mente sempre aperta sulle opportunità che ogni fase di mercato è in grado di offrire.