Massimo Doris: “ecco perché credo nel successo dei PIR”
L’attenzione resta alta sui PIR, i Piani Individuali di Risparmio lanciati in Italia all’inizio del 2017. Tanto che in occasione dell’ultimo Salone del Risparmio, andato in scena a Milano subito prima di Pasqua, anche il ministro dell’Economia e delle Finanze, Pier Carlo Padoan, è intervenuto sul tema, commentando i primi, incoraggianti, dati di raccolta di questi strumenti.
Del resto una raccolta di un miliardo di euro in tre mesi rappresenta una rampa di lancio migliore delle aspettative, che potrebbe portare il governo a rivedere al rialzo le stime iniziali di 14 miliardi di euro in 5 anni. “La recente riforma dei PIR fornisce per la prima volta uno strumento capace di incanalare il risparmio privato verso l’economia reale”, ha osservato Padoan.
Il ministro ha poi sottolineato i progressi già riscontrati rispetto a tutti gli obiettivi previsti inizialmente dal provvedimento sui PIR: “segnalo un incremento della liquidità, un incremento del numero degli investitori attivi, una significativa sovraperformance delle mid e small cap verso le large cap, la realizzazione di operazioni di finanza straordinaria come la valorizzazione e la vendita al mercato della maggioranza assoluta di una mid cap di successo tramite due soli ricollocamenti. Primo caso in Italia in un arco temporale inferiore ai 18 mesi”.
Anche Massimo Doris, amministratore delegato di Banca Mediolanum, ha espresso la sua fiducia nelle potenzialità di questi nuovi strumenti che, sostiene, possono fungere da volano sia per il settore del risparmio gestito, sia per l’intera economia del nostro Paese.
“Un prodotto che offre vantaggi in termini di risparmio fiscale richiama sicuramente l’attenzione degli investitori, tanto più che non ci sono penali nel caso di disinvestimento prima dei cinque anni previsti per beneficiare dell’esenzione dalle tasse”, ha spiegato Doris ai microfoni di Bluerating.
Inoltre, “questi prodotti devono investire almeno il 70% di quel che raccolgono in strumenti finanziari (azioni o obbligazioni) di aziende italiane quotate - o anche non italiane, ma europee con “stabile organizzazione” in Italia - e almeno il 21% in piccole e medie imprese che non facciano parte del principale indice di Borsa, il Ftse Mib. Questo, spiega l’a.d., è un grande aiuto alla piccola imprenditoria che costituisce la spina dorsale della nostra economia nazionale e potrebbe mettere in moto un circolo virtuoso, facendo ripartire l’attività produttiva.
“Noi come Banca Mediolanum abbiamo già raccolto oltre 400 milioni di euro in PIR da primo febbraio 2017 ad oggi”: le prospettive sono sicuramente interessanti.
Di seguito la videointervista completa: