22 febbraio 2017

Calma e sangue freddo: due virtù essenziali per investire

Pubblicato in: Economia & Mercati

L’importanza di un obiettivo
Panico ed emotività sono pessimi consiglieri per gli investitori: spingono a comprare sulla scia di notizie sommarie e poi a vendere per paura. Un’ottima ricetta, se si vogliono collezionare delusioni. L’ultimo caso di questa sorta di “isteria” collettiva ha riguardato Fiat Chrysler Automobiles (Fca) e lo scandalo emissioni: a Milano il titolo azionario Fca ha segnato un ribasso del 16% dopo le accuse di emissioni truccate negli USA, scatenando reazioni di panico. Ma dimentichiamo che il titolo era salito più del 50% tra novembre e gennaio. E probabilmente tornerà a salire.


Pensiamo al caso Volkswagen, a cui Fca è stata paragonata a gran voce: vale la pena osservare che il titolo della casa automobilistica tedesca- crollato da 170€ giù fino a 88€ a seguito della vicende del 2015 - oggi ha già recuperato, arrivando a superare quota 150€. Insomma, poiché si sa che i mercati finanziari amano il ballo, sarebbe importante non cedere alle reazioni “di pancia”, restando invece focalizzati sui propri obiettivi. Il portafoglio ringrazierebbe. Detto questo, quali sono le prospettive per i mercati nei prossimi mesi?

 

Azionario
Il mercato azionario è decisamente sopravvalutato: siamo in una bolla speculativa, e un crollo delle quotazioni appare inevitabile. L’economista e premio Nobel Robert Shiller aveva già lanciato l’allarme bolla nell’estate del 2014, evidenziando come ad esempio il titolo Amazon trattasse 288 volte gli utili attesi. La situazione per ora non è cambiata: Amazon nell’estate del 2014 quotava 300$, oggi ne vale circa 800, mentre l’indice Dow Jones che allora quotava 16.000 punti, oggi ha sforato i 20.000. Anche qui la spiegazione è semplice: storicamente le Borse salgono, poi fisiologicamente scendono, solo per tornare - presto o tardi - a salire. Non c’è nessuna dietrologia o catastrofe in vista. Certo le incognite sono tante ed è difficile prevedere gli sbalzi dei mercati, ma qui ci viene in aiuto una massima di Warren Buffett: “non chiedetemi dove si muoveranno i mercati nei prossimi 10 giorni, nel prossimo anno o tra due anni. Di una cosa sono certo, saranno più in alto fra 10 o 20 anni rispetto ai livelli attuali”.

 

Obbligazionario
Stando al gestore Jeff Gundlach, più dell’andamento del Dow Jones, del prezzo del petrolio e del cambio euro/dollaro, l’indicatore principe per il 2017 sarà il Tbond, ovvero il titolo di Stato USA decennale, che potrebbe arrivare al 3%, con un obiettivo di rendimento intorno al 6% per il 2020. Queste previsioni anticipano il ritorno dell’inflazione – e della crescita economica - nelle economie occidentali: sono buone notizie per le Borse e per l’occupazione, un po’ meno per le obbligazioni. Infatti, a rendimenti in crescita corrispondono prezzi dei bond in calo, e quindi perdite in conto capitale per gli obbligazionisti. Del resto, il rialzo del mercato obbligazionario – che va avanti ormai da 30 anni - non poteva durare in eterno. Anche perché un ulteriore abbattimento dei rendimenti in una situazione deflattiva avrebbe portato difficoltà sia al sistema industriale sia ai consumatori. La virata era necessaria, e dall’estate scorsa sembra avviata. Che cosa possono fare gli investitori obbligazionari? A nostro avviso un’alternativa è rappresentata dai fondi di investimento, che permettono di diversificare i rischi, mitigandoli con l’aggiunta di un flusso cedolare costante.


Globalizzazione e diseguaglianze
Al World Economic Forum appena conclusosi a Davos, il presidente cinese Xi Jinping ha pronunciato un discorso ultraliberista a favore della globalizzazione, in forte contrapposizione con il neo presidente USA Donald Trump, deciso sostenitore del protezionismo. Chi l’avrebbe mai detto, qualche anno fa... Al netto degli estremismi, gli anni della globalizzazione hanno comportato di sicuro molti aspetti positivi, aprendo la via a nuovi mercati per quanto riguarda il business, le esportazioni e gli investimenti, ma hanno anche contribuito a esacerbare le differenze di reddito tra la upper e la middle class. Il momento è cruciale dunque, e Trump ha la grande possibilità di abbandonare gli slogan forti usati in campagna elettorale per dare inizio a una controrivoluzione che freni le diseguaglianze sociali. I mercati sono già pronti a ringraziare.


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