19 dicembre 2023

La recessione che non c’è

Pubblicato in: Economia & Mercati

Le previsioni sono fatte per essere smentite. E infatti – fortunatamente – quelle formulate a fine 2022 per l’anno successivo, che indicavano a una sola voce una pesante recessione in vista, sono state clamorosamente errate. Il 2023 è andato meglio del previsto su svariati fronti: andamento delle Borse, economia e inflazione, anche per l’Italia che sembrava ancora una volta l’anello debole dell’Europa. E per il 2024? Si può sperare in uno scenario positivo o, per dirla in gergo tecnico, nel famoso “soft landing” (o atterraggio morbido) dell’economia.
È una bellissima notizia, soprattutto se pensiamo a com’era cominciato l’anno e a quali erano gli outlook a fine 2022, con economisti e investitori rassegnati a vivere un 2023 all’insegna della recessione economica. Solo Jim Paulsen di The Leuthold Group espresse la propria voce fuori dal coro, parlando di pessimismo eccessivo sui mercati.
Ma le sue furono previsioni inascoltate, soprattutto dopo i fatti di marzo, quando un gruppo di banche statunitensi entrò in crisi, facendo temere un’escalation di fallimenti. In realtà, grazie alla resilienza economica, alla solidità degli istituti finanziari e alla saggia direzione delle banche centrali, la debolezza fu circoscritta e superata in breve termine. E il tutto si ridusse a un piccolo incidente di percorso su un sentiero di sorprendente crescita.


Altro che recessione economica, un 2023 da record

Sul finire dell’anno, infatti, per le Borse sono tutti rialzi a doppia cifra: alla chiusura del 30 novembre l’S&P 500 guadagnava il 18%, il Nasdaq 100 il 44%, il Cac 40 di Parigi il 13%, il Nikkei il 28%. E persino l’indice Dax segnava un +16%, nonostante la Germania sia una delle poche eccezioni in lieve recessione.
Certo, analisi approfondite evidenziano che senza il contributo aggiuntivo delle “magnifiche 7” (Amazon, Apple, Google, Meta, Microsoft, Nvidia e Tesla), l’indice S&P 500 si ritroverebbe a 3.900 contro i 4.567 attuali (chiusura del 30 novembre 2023), con un guadagno da inizio anno che si ridurrebbe al 2%. Va detto però che ogni ciclo di Borsa ha diversi market mover e diverse società che cavalcano il progresso economico e fanno da traino agli indici finanziari. E questo è innegabilmente il ciclo della tecnologia e dell’AI.


Cosa succede in Italia

Quanto all’Italia, che già aveva perso la guida di Mario Draghi, il 2023 non iniziava nel migliore dei modi. Nel primo numero dell’anno il Financial Times indicava il Belpaese come l’anello debole dell’Europa, quello con il maggior rischio di subire il sell-off sui mercati dei titoli di Stato.
Invece non solo l’Italia non ha causato alcuna crisi, ma addirittura chiude quest’anno con risultati economici soddisfacenti e la Borsa in rialzo del 25%. Il quadro clinico è quello di un Paese che si dimostra capace di reagire alle difficoltà, con il settore bancario più volte affaticato da una serie di disavventure che torna a brillare.


Soft landing: sperare è davvero lecito?

Ora, dunque, le attese sono tutte per il soft landing, per una strutturale discesa dell’inflazione e per un’inversione di tendenza sui tassi d’interesse. Sarà così? I numeri citati fin qui, insieme al forte sostegno della politica fiscale (negli USA con il piano IRA, l’Inflation Reduction Act, di Biden, in Europa con i PNRR), sono tutti fattori che lasciano ben sperare.


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