In quale stato versa la salute finanziaria dei piccoli e medi investitori di tutto il mondo? E come vedono, questi investitori, il rapporto fra ricchezza e benessere? Ma soprattutto, come si riflette tutto ciò sulle scelte di investimento e sul rapporto con la consulenza finanziaria?
È questo che, nell’ambito della sesta edizione del suo sondaggio internazionale Global Investor Pulse, l’asset manager BlackRock ha chiesto agli intervistati: l’indagine ha coinvolto più di 27.000 investitori, di età compresa tra i 25 e i 74 anni, in 13 Paesi. Uno di questi Paesi è l’Italia. Ebbene, dai risultati della ricerca – che lungo la nostra Penisola ha coinvolto circa 2.000 individui – emerge che soltanto il 48% degli italiani esprime un’opinione positiva sul benessere generale, rispetto a una media globale del 61%. Si tratta, peraltro, del dato più basso in Europa.
Benessere e salute finanziaria, a che punto siamo
Cominciamo col dire che, qui da noi, il benessere generale è inteso come salute fisica nel 70% dei casi e come salute mentale per il 55% degli interpellati. Per il 54% degli italiani, poi, i principali fattori di stress risultano soldi e lavoro, seguiti per il 34% da famiglia e salute. Da notare che per il 60% degli italiani ad avere un impatto sul benessere è la salute finanziaria, la quale però è percepita come la più bassa al mondo, con un 28% appena che si confronta con il 42% della media globale. Vale la pena di sottolineare che per gli italiani la salute finanziaria è legata soprattutto al presente: i principali obiettivi finanziari, infatti, ruotano intorno alla qualità della vita oggi e ai viaggi. Secondario, invece, tutto ciò che afferisce all’organizzazione e alla pianificazione per il futuro, tanto che soltanto il 43% degli intervistati ha iniziato a risparmiare per la pensione: ancora una volta, il valore più basso a livello globale, dove la media è del 63%. Solo un Millennial su tre ha iniziato a risparmiare per la pensione, un dato in netto calo.
Italiani, più risparmiatori che investitori
Per il 78%, gli italiani si considerano un popolo di risparmiatori piuttosto che di investitori: ben nove punti in più rispetto alla media globale, che invece si attesta al 69%, e leggermente superiore alla media europea, pari al 76%. In effetti, a ben guardare, tre italiani su quattro detengono conti correnti bancari e depositi, mentre solo il 47% – meno della metà – dichiara di investire, un dato che comunque si colloca a metà strada tra il 41% dell’area europea e il 55% del mondo. Nel dettaglio, nel nostro Paese gli investimenti sono ripartiti tra azioni per il 24%, immobiliare per il 21%, obbligazioni per il 18% e fondi monetari per il 12%. Per il 46% degli italiani, le più significative fonti di preoccupazione sono ancora associate ad alcuni fattori macro, come il costo della vita e la situazione economica del Paese. I timori di non avere sufficiente denaro (55%), di non avere un’adeguata conoscenza finanziaria (33%) o di perdere tutto (26%) sono i motivi che più trattengono gli italiani dall’investire.
Cosa vorrebbero dagli investimenti gli italiani?
E quando invece si investe, quali sono le ragioni che spingono a farlo? Un italiano su tre (34%) dice di voler ottenere un maggiore rendimento dal proprio denaro, il 29% pensa che sia una buona cosa da fare, il 23% ritiene di aver raggiunto un certo livello di ricchezza e, infine, il 20% crede che sia una buona opportunità. Circa 8 italiani su 10 vorrebbero un maggiore controllo dei propri investimenti (81%), una gamma di prodotti un po’ più ristretta nell’ambito della quale scegliere (il 77% la giudica infatti troppo ampia) e una remunerazione del consulente basata sulle performance (77%). Il 72% cerca un nuovo approccio per investire. E la tecnologia? Se da un lato è percepita come un valido alleato, dall’altro gli interpellati ritengono che si potrebbe fare qualche passo in più: per il 34% degli italiani sarebbe utile un tool per rilevare le diverse possibilità di investimento, mentre il 32% ne vorrebbe uno che li aiutasse a costruire un portafoglio su misura.
Il ruolo della consulenza finanziaria
In questo quadro, il consulente finanziario viene sempre più percepito come una guida in grado di aiutare gli investitori a orientarsi e dalla quale imparare. Tuttavia, al momento in Italia il ricorso a questa figura professionale rimane fermo attorno al 27-28%, presentando quindi ancora un certo margine di miglioramento. Cosa chiedono gli italiani ai consulenti finanziari? Soprattutto di avere un confronto sulla propensione al rischio (55%) e sugli obiettivi finanziari (53%), per muovere i primi passi verso gli investimenti con maggiore serenità, benessere e controllo.
AVVERTENZA LEGALE: questo è un foglio di informazione aziendale con finalità promozionali che riflette le analisi, effettuate da Banca Mediolanum, sulla base dell’attuale andamento dei mercati finanziari il cui contenuto non rappresenta una forma di consulenza nè un suggerimento per gli investimenti.
NOTA DI REDAZIONE: gli argomenti sono frutto di elaborazione interna.
Messaggio pubblicitario con finalità promozionale.
Le informazioni riportate non devono essere intese come una raccomandazione, diretta o indiretta, o un invito a compiere una particolare operazione. Per verificare le soluzioni più adatte alle tue esigenze e adeguate al tuo profilo di investitore rivolgiti sempre al tuo Family Banker.