02 maggio 2017

Investire nell'economia reale

Pubblicato in: Economia & Mercati

La novità del 2017 per i risparmiatori italiani è rappresentata dall’arrivo dei Pir, i piani individuali di risparmio, che hanno visto la luce a gennaio dopo quasi dieci anni di incubazione. In altri paesi, come la Gran Bretagna, questi strumenti hanno già da tempo riscosso molto successo, contribuendo a finanziare l’economia interna e offrendo ai risparmiatori una maggiore diversificazione degli investimenti. Allo stesso modo, la versione italiana si propone di stimolare un cambiamento culturale nei piccoli risparmiatori, aiutando allo stesso tempo le pmi nostrane a rilanciare la loro capacità competitiva. Dunque i Pir vogliono da un lato spingere il mercato a fare un salto di qualità, offrendo alle imprese un canale di finanziamento alternativo al sistema bancario, dall’altro offrono ai risparmiatori l’opportunità di sostenere l’economia domestica ottenendo allo stesso tempo interessanti vantaggi fiscali. Al netto di questa importante novità, andiamo a vedere cosa è successo sui mercati nell’ultimo mese, e quali sono le prospettive per equity e bond.

 

MERCATO AZIONARIO
Secondo il “Super Bowl Predicotor”, indicatore sconosciuto ai più, ma seguito dagli addetti ai lavori, la vittoria dei New England Patriots al Super Bowl sarà il segnale del declino di Wall Street. Ideato dal cronista sportivo Leonard Koppett e reso celebre tra gli operatori finanziari da Robert Stovall, dal 1966 a oggi l’indicatore ha funzionato nell’80% dei casi. Così oggi la finale del Super Bowl non catalizza più solo l’attenzione degli appassionati di football, ma è atteso anche da investitori e operatori di borsa. Il funzionamento di questo indicatore è semplice: quando a vincere è una delle squadre “originali” della National Football League l’anno sarà Toro e dunque il Dow Jones avrà grandi possibilità di salire; se invece a vincere è una delle squadre che originariamente facevano parte dell’American Football League (dal 1970 fusa con la NFL), allora l’annata sarà Orso e l’indice Dow Jones rischierà di chiudere in negativo. Quest’anno hanno vinto i New England Patriots, originari della AFL: cattivi presagi per Wall Street? Lasciando da parte per un attimo l’attendibilità dell’indice (che comunque storicamente non è stato infallibile), noi siamo convinti che una borsa americana debole non sarebbe la fine del mondo dopo 8 anni di rialzi. In ogni caso il nocciolo fondamentale è nelle grandi opportunità che il mercato azionario continua a offrire. Certo, i rischi non mancano, ma, per citare Warren Buffett, la cosa migliore da fare è acquistare in modo costante sul lungo periodo in modo da distribuire e mediare questi rischi. “È un terribile errore rimanere fuori dal gioco per molto tempo pensando di aspettare un periodo migliore per entrare” sostiene l’oracolo di Omaha. Dunque, nell’era dei tassi zero, attendere non è solo una perdita di tempo, se non di denaro, ma è una mancata occasione di guadagno.

 

MERCATO OBBLIGAZIONARIO
Se gli Stati Uniti sono a rischio rallentamento, a raccogliere il testimone della crescita potrebbe essere l’Europa. Il Vecchio Continente, considerato la tartaruga economica mondiale, sembra infatti essersi finalmente risvegliato. A evidenziarlo non sono solo gli indicatori di fiducia a livello di imprese e consumi, ma soprattutto gli indici dei futuri acquisti delle imprese sia del settore manifatturiero sia di quello dei servizi, che nell’ultima rilevazione di marzo hanno toccato i livelli più alti da 70 mesi a questa parte. A fare da traino sono Germania e Francia, ma anche la Spagna è sempre più vivace e veloce nel recupero, mentre l’Olanda ha ritoccato all’insù il dato sul Pil. Non manca nemmeno l’Italia, dove sia industria sia servizi sono indirizzati al bel tempo. Va detto che gli Usa non hanno ancora dato chiari segnali di rallentamento. La domanda allora è: può il vigore economico coesistere con uno scenario di tassi su livelli storicamente bassi? La risposta è no. Fortunatamente no, perché nelle alternanze del ciclo economico è necessario un avvicendamento di tassi di interesse, bassi quando il ciclo rallenta, e via via più alti mano a mano che l’economia migliora. Le Banche Centrali sono costrette a fare come le formiche, mettendo via le provviste in estate per essere pronte a fronteggiare l’inverno. Ora che per l’economia Usa sembra giunta l’estate è il momento di fare provvigione con una graduale manovra di rialzo dei tassi. In questa naturale operazione i titoli di Stato che tanto hanno guadagnato in questi anni, vedranno una discesa delle quotazioni combinata al rialzo dei rendimenti. Come fare per non perdere valore sul capitale? Una risposta arriva anche in questo caso dai fondi, che permettono di diversificare alla ricerca di opportunità mitigando i rischi con l’aggiunta di un flusso cedolare costante.


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