29 maggio 2022

Inflazione, stagnazione, stagflazione: tutte le differenze

Pubblicato in: Vademecum

Inflazione, stagnazione, stagflazione: sono tutti termini molto diffusi in ambito economico. Specialmente in quest’ultimo periodo, può capitare spesso di utilizzarli in una conversazione con un cliente o di sentirli e leggerli in tv, in radio, sul web, sui quotidiani. Ma cosa indicano precisamente e in cosa si differenziano tra loro? Pur trattandosi di tematiche fondamentali per chi si occupa di economia, non è affatto detto che un investitore sia davvero così ferrato sul loro significato.


Inflazione significato? Quando i prezzi salgono

Partiamo dal concetto di inflazione definizione. Questa, dopo anni di sonnolenza, con la pandemia e i nuovi scenari internazionali, ha rialzato la testa, tornando prepotentemente a farsi sentire. Ebbene, l’inflazione altro non è che l’aumento generalizzato dei prezzi di beni e servizi. Significa che, quando l’inflazione aumenta, con la stessa quantità di denaro si può acquistare una minore quantità di beni e servizi rispetto a prima.

Facciamo un esempio. Immaginiamo una giovane e intraprendente coppia che decide di avviare una nuova attività. Per esempio, la produzione di un nuovissimo snack per la merenda. Il business funziona e i due giovani imprenditori assumono nuovi lavoratori. Ma a un certo punto i prezzi delle materie prime utilizzate nel processo produttivo subiscono un aumento.

A cascata, salgono anche i prezzi dei beni finiti. I lavoratori chiedono quindi un adeguamento degli stipendi, che utilizzeranno poi per acquistare più snack e altri beni finiti. Gli stipendi ritoccati al rialzo, infatti, offrono nuova benzina alla domanda. La quale, a parità di offerta, dà un’ulteriore spinta ai prezzi. In poche parole, possiamo dire che l’inflazione è ciò che tipicamente accade quando ci sono troppi soldi in circolazione che inseguono troppi pochi beni.

L’inflazione è un fattore economico che risparmiatori e investitori dovrebbero tenere in considerazione quando gestiscono il loro portafoglio. Tanto per cominciare, erode i risparmi non investiti e tenuti fermi sul conto corrente.

E agisce come freno al potere d’acquisto di chi investe in obbligazioni, anche se esistono diverse possibilità anche nel reddito fisso per mettersi al riparo dal rialzo dei prezzi, a partire dai bond inflation linked. È il mercato azionario, tuttavia, l’asset class di riferimento per proteggere il valore reale del capitale.



Inflazione Italia, da chi viene rilevata e quali sono gli indici

Per quanto riguarda l’inflazione in Italia, è l’Istat, l’Istituto nazionale di statistica, che tiene traccia dell’andamento attraverso l’indice dei prezzi al consumo. L’Istat produce tre diversi indici dei prezzi al consumo
● per l’intera collettività nazionale (NIC);
● per le famiglie di operai e impiegati (FOI);
● e l’indice armonizzato europeo (IPCA).



Cos’è la stagnazione economica? Quando la crescita si ferma

In questo caso, i prezzi non c’entrano. Qual è stagnazione significato? Si realizza quando la crescita economica viene meno. Insomma, un Paese è in stagnazione quando il Pil non cresce né diminuisce (come succede invece in caso di recessione). La maggior parte degli economisti applica il termine stagnazione – o immobilismo economico – a qualsiasi periodo prolungato durante il quale il Prodotto interno lordo aumenta di meno del 2 o 3%.



E alla fine arriva lei: la stagflazione

Stagflazione cosa significa? In certi periodi, può capitare che assenza di crescita economica e aumento dei prezzi siano presenti contemporaneamente. Insomma, che stagnazione e inflazione convivano, dando così origine alla stagflazione, che è appunto una sorta di mix tra le due.

Solitamente, l’idea è che inflazione e crescita economica si muovano in direzioni opposte: quando si cerca di stimolare la crescita economica e di ridurre la disoccupazione, ci si aspetta che l’inflazione tenda ad aumentare. Dato che incrementando i posti di lavoro si incentivano i consumi e di conseguenza il Pil. E ciò teoricamente dovrebbe provocare un incremento dei prezzi; al contrario, quando si vuole contenere l’inflazione si interviene sul credito e, dunque, sui consumi, per “raffreddarli” un po’. “Raffreddando” così anche una crescita un po’ troppo esuberante (tanto da aver scatenato il rialzo della domanda e quindi dei prezzi).

In una condizione di stagflazione, invece, questo meccanismo in qualche modo “salta”. Cosa che complica non poco la vita delle banche centrali, che difficilmente riescono ad agire su un fenomeno senza alimentare l’altro. In presenza di stagflazione, infatti, le mosse per contrastare l’inflazione (alzando i tassi d’interesse e riducendo gli acquisti di titoli di Stato e altri asset) non raffreddano una crescita vivace. Ma rischiano di penalizzare ulteriormente una crescita che già di per sé langue.

Le cause della stagflazione possono essere di natura esogena, come per esempio aumenti del costo delle materie prime oppure forti rincari dei beni energetici, cioè esattamente quel che si è verificato negli ultimi mesi. Uno dei casi di stagflazione più noti in letteratura – per guardare al passato e non all’attualità – è quello legato alle crisi petrolifere degli anni Settanta: una tra il 1973 e il 1974 e un’altra nel 1979.


NOTA DI REDAZIONE: gli argomenti e i grafici sono frutto di elaborazione interna.
 
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