Tendenze, rischi e vulnerabilità del mercato: il nuovo rapporto ESMA
Niente di personale, è solo business. Oppure no? No, si tratta anche della vita e dei portafogli degli investitori piccoli, medi e grandi (comunque, non solo istituzionali). La European Securities and Markets Authority (ESMA), autorità che regola i mercati dell’Unione Europea, fa periodicamente un resoconto sui rischi e i punti di vulnerabilità cui sono esposti i mercati e, di riflesso, gli investitori. Il primo rapporto 2022 “Trends, Risks and Vulnerabilities” (in sintesi, TRV) è uscito a febbraio. E l’elenco delle spie che da un momento all’altro potrebbero accendersi sul cruscotto – o che già si sono accese – non è lunghissimo, ma è bello denso.
In evidenza c’è ancora – e non potrebbe essere altrimenti – la pandemia di Covid-19, con la sua nuova ondata di fine 2021-inizio 2022. Questa, insieme alla riduzione del sostegno istituzionale in primis sul piano monetario, ha indotto gli operatori di mercato a rivedere le loro aspettative sulla crescita e, di riflesso, sui mercati. Non sono da escludersi nuove – e, forse, significative – correzioni, anche alla luce delle tensioni esplose nell’Europa dell’Est, con le operazioni militari russe in Ucraina che hanno preso il via giovedì 24 febbraio. Dopo, quindi, l’uscita del primo rapporto 2022 dell’ESMA. Del quale vale comunque la pena di leggere, punto per punto, le principali evidenze. Per avere un breve resoconto su come siamo arrivati fin qui.
Mercati nel secondo semestre 2021, in sintesi i dati ESMA
Cominciamo col dire che, secondo l’ESMA, nel secondo semestre del 2021 le condizioni macroeconomiche hanno continuato a migliorare, malgrado l’impatto della nuova ondata pandemica sulle prospettive rimanga poco chiaro. E nonostante – va aggiunto – i forti rialzi degli indici dei prezzi al consumo negli Stati Uniti e nell’area euro, che hanno influenzato le aspettative dei mercati riguardo alle scelte di politica monetaria.
Alla luce di tutto ciò:
• i valori azionari globali hanno proseguito sulla via dei rialzi, pur se con due episodi di sell-off a settembre e a novembre (connessi alle news su Evergrande e sulla recrudescenza della pandemia), che hanno acceso i riflettori sulla possibilità di correzioni di mercato, anche in considerazione dei timori riguardo a valutazioni eccessive;
• il reddito fisso ha sperimentato un leggero aumento dei rendimenti nominali;
• le valutazioni delle obbligazioni ad alto rendimento sono rimaste abbastanza sostenute, a conferma di una ricerca di rendimento ancora in corso;
• i prezzi delle materie prime energetiche sono stati particolarmente volatili, evidenziando in quella fase i potenziali rischi finanziari associati alla transizione energetica e agli obiettivi di politica climatica dell’Europa (temi cui poi si è sommato il filo spinato della guerra in Ucraina).
Focus sui fondi e sulle scelte d’investimento
In questo quadro, nel secondo semestre dello scorso anno i fondi d’investimento hanno continuato a crescere, con afflussi in particolare nei fondi azionari. I rischi, anche qui, sono rimasti alti, in termini sia di liquidità che di credito, mentre le attese di un tasso d’inflazione sempre più robusto hanno suscitato nuove preoccupazioni in merito al rischio di duration.
A proposito di inflazione: i prodotti che investono in attività protette da questo fattore, come quelli esposti alle materie prime, hanno beneficiato di un incremento dei flussi. Dal punto di vista normativo, sottolinea l’ESMA, le proposte di riforma dei fondi del mercato monetario hanno dovuto affrontare le vulnerabilità emerse durante lo stress legato al Covid-19.
Nella categoria degli investimenti retail, i flussi netti negli UCITS sono rimasti forti, soprattutto quelli che hanno avuto per oggetto i fondi misti, i fondi azionari e, in misura minore, i fondi obbligazionari.
Purtroppo, però, gli investitori individuali non si sono limitati a sane e robuste scelte di diversificazione dei portafogli attraverso i fondi. Il rapporto dell’ESMA segnala infatti anche “un’impennata nelle attività di trading degli investitori al dettaglio durante la pandemia”. E non stupisce che “i rischi operativi, di mercato e di condotta abbiano colpito un crescente numero di investitori”. Non a caso, fra i consumatori si sono registrati “alti livelli di reclami”.
Le sfide della finanza sostenibile e dell’innovazione finanziaria
Sugli investitori c’è anche da dire che “hanno ulteriormente incrementato la loro allocazione verso prodotti e veicoli d’investimento sostenibili”. Tanto che nella seconda parte del 2021 gli asset dei fondi ESG sono aumentati del 9%, mentre i mercati obbligazionari ESG sono cresciuti del 19%. Ci si interroga però sulla sopravvalutazione degli asset “verdi”. Dal momento che nel 2020 il return on equity delle aziende meno inquinanti è finito in territorio negativo e gli scambi delle obbligazioni “green” a lunga scadenza sono avvenuti con un premio rispetto alle altre obbligazioni.
L’altro grande tema del momento è l’innovazione finanziaria. “I mercati dei cripto-asset”, si legge sul report dell’ESMA, “hanno raggiunto nuovi record nel secondo semestre del 2021, con un picco di 2,6 trilioni di euro a novembre, alimentati dall’appetito degli investitori per le attività più rischiose e dalla crescente adozione istituzionale. Le Stablecoin e la finanza decentralizzata (DeFi) hanno continuato a espandersi rapidamente, insieme alle preoccupazioni sulla resilienza dei loro modelli di business”.
Secondo l’ESMA, dunque, l’attuazione della proposta sui mercati delle criptovalute (MiCA) è una questione prioritaria, in quanto questo porterà i cripto-asset non regolamentati nel perimetro normativo dell’Unione Europea.
European Securities and Markets Authority: i consulenti finanziari possono fare la differenza
“Gli investitori al dettaglio sono motivo di particolare preoccupazione per l’ESMA. La loro partecipazione ai mercati finanziari è aumentata notevolmente negli ultimi anni, con nuovi investitori che approfittano della convenienza e delle caratteristiche user-friendly delle piattaforme di trading mobile. Questa diversificazione offre opportunità, ma comporta anche dei rischi”. A dirlo è Verena Ross, che dell’ESMA è presidente.
E nella nota di presentazione del rapporto aggiunge: “l’ESMA rimane preoccupata per i rischi a carico degli investitori retail che comprano asset con aspettative di crescita significativa dei prezzi, senza rendersi conto degli alti rischi connessi”.
E qui va detto che i consulenti finanziari, con il supporto della loro competenza e professionalità, possono fare la differenza. Possono spiegare, ad esempio, che negli investimenti non esistono “pasti gratis” e che, se anche un tot di rischio bisogna pur assumerselo (altrimenti non c’è rendimento), ciò va fatto con lucidità, consapevolezza e buon senso. Senza illudersi di sorprendere se stessi e gli altri facendo chissà quale colpaccio.
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