07 maggio 2017

Macron conquista l’Eliseo: quale futuro per la Francia?

Pubblicato in: Economia & Mercati

La Francia ha scelto. Al ballottaggio dello scorso 7 maggio, il 39enne Emmanuel Macron, fondatore del movimento indipendente En Marche!, ha prevalso sulla sfidante Marine LePen, leader del Front National, con il 66% dei voti, conquistando così il titolo di ottavo presidente della quinta Repubblica francese.
Archiviata la minaccia populista rappresentata dalla Le Pen, e in attesa delle elezioni legislative di giugno, gli investitori iniziano a chiedersi: come sarà la Francia sotto la presidenza Macron?

 

Ecco da dove parte: l’eredità di Hollande
La ripresa economica del Paese sembra leggermente più robusta degli anni passati, ma la Francia è ancora lontana dal potersi considerare fuori dalla crisi. Parigi è oggetto di una procedura d’infrazione per deficit eccessivo da parte della Commissione europea da 9 anni consecutivi.


Contesto economico


 

Il programma
Riformista ed europeista convinto, Macron si definisce “né di destra né di sinistra”. Auspica una riforma del Parlamento europeo post-Brexit, volta a creare un collegio unico europeo per eleggere un numero di candidati (73 su 750) pari a quelli persi con l’uscita del Regno Unito. Ecco i principali punti del suo programma.

 

Strategia economica
Il neo presidente prevede un piano di investimenti quinquennale da 50 miliardi di euro, di cui 15 miliardi destinati alla formazione e 15 alla transizione verso una maggiore sostenibilità ecologica ed energetica. Altri punti importanti (a cui dovrebbero essere destinati 5 miliardi di euro ciascuno) riguardano la sanità, l’agricoltura, la modernizzazione dell’azione pubblica e i trasporti.

Questo piano dovrebbe delinearsi nei seguenti punti chiave:
- Una politica fiscale a sostegno del potere di acquisto dei francesi e della competitività delle imprese, volta a orientare il risparmio verso l’economia produttiva. In quest’ottica si prevede una riduzione della pressione fiscale sulle imprese, dal 33,3% al 25%
- Una riduzione della spesa pubblica pari a 60 miliardi di euro nei cinque anni, con l’obiettivo di farla scendere dall'attuale 57% al 52% del PIL. Per raggiungere questo obiettivo è previsto il taglio di 120mila posti di lavoro nel settore pubblico
- L’introduzione di un prelievo unico del 30% sui redditi da capitale e una riduzione della tassa patrimoniale
- Il programma prevede inoltre un “Buy european act” perché le commesse pubbliche siano riservate a imprese che hanno in Europa almeno la metà della loro attività

 

Lavoro
- Trasferimento a livello di azienda delle decisioni sulla durata dell'orario di lavoro (mantenendo quella legale a 35 ore)
- Sospensione dell'indennità di disoccupazione a chi rifiuta più di due offerte di lavoro
- Riforma delle pensioni che preveda una sola cassa e l'abolizione dei regimi speciali
Sanità e istruzione
- Raddoppio delle case di cura presenti sul territorio
- Maggiori investimenti nelle scuole situate nelle periferie
- Migliore retribuzione per gli insegnanti e creazione da 4.000 a 5.000 cattedre
- Assegno cultura da 500 euro per gli under 18, finanziato dallo Stato e dalle grandi multinazionali.

 

Immigrazione
Macron propone un rafforzamento delle politiche migratorie comuni a tutti i Paesi della zona euro. Ha promesso di occuparsi in modo prioritario delle richieste di asilo e sostiene una politica di accoglienza dei rifugiati. È contrario a chiudere i confini, ma punta a una maggiore severità nei controlli sull’immigrazione.
Ambiente
Un altro tema che sta molto a cuore al neo presidente, che considera l’ecologia uno dei pilastri su cui poggia il suo movimento. Prevede:
- L’eliminazione delle centrali a carbone entro cinque anni
- Il raddoppio della potenza ricavata da fonti rinnovabili in un quinquennio
- La creazione di un mercato unico europeo dell'energia e dell'economia digitale.

 

Difesa
- Creazione di un sistema di difesa comune europeo
- Aumento del budget della difesa dall'1,7% al 2% del PIL
- Creazione di 10.000 posti di lavoro in più nella polizia e di 15.000 posti in più per i detenuti nelle carceri di tutto il Paese.

 

Terrorismo
- Potenziamento dei servizi di intelligence con la creazione di un’unità speciale permanente anti-Isis.

 

I prossimi passi
Nel suo discorso di investitura, Macron ha detto che “il mondo e l’Europa hanno oggi più che mai bisogno di una Francia forte, sicura del suo destino, di una Francia che porti alta la voce della libertà e della solidarietà. E che sappia inventare il futuro. Il mondo ha bisogno di quello che i francesi hanno sempre insegnato: l’audacia della libertà, l’esigenza dell’eguaglianza e la volontà della fraternità”.
Ora la Francia guarda alle elezioni legislative, che si terranno l'11 giugno (primo turno) e il 18 giugno (secondo turno) per rinnovare i 577 seggi dell'Assemblea Nazionale e definire la maggioranza in Parlamento.
La situazione si presenta frammentata e tutt’altro che semplice: un segnale è arrivato già dal primo turno delle presidenziali, con ben quattro partiti che hanno ottenuto almeno il 19% dei voti (non succedeva dal 1958). Inoltre il partito del Presidente è ancora poco radicato sul territorio, ed è scattata la corsa contro il tempo per schierare un candidato di En marche! in tutte le 577 circoscrizioni.
Intanto Macron ha nominato il nuovo premier del suo governo: è Édouard Philippe, 46 anni, sindaco di centrodestra di Le Havre e deputato dei Républicains. Philippe soddisfa il requisito fondamentale indicato da Macron, cioè l’esperienza parlamentare, e incarna il rinnovamento della classe politica auspicato dal nuovo presidente.

 

La reazione dei mercati
Per i mercati finanziari, la vittoria di Macron è sicuramente un fattore positivo, anche se ampiamente atteso e quindi in parte già scontato nei prezzi.
Proprio per questo la reazione immediata delle Borse è stata piuttosto tiepida, con un rimbalzo limitato e addirittura qualche presa di profitto (“buy the rumor, sell the fact”).
In ogni caso, la rimozione del rischio politico sull’Europa, che costituiva una delle principali preoccupazioni dei mercati per quest’anno, consentirà agli investitori di tornare a concentrarsi sui fondamentali e potrebbe portare a una sovraperformance dell’azionario dell’Eurozona rispetto a quello del resto del mondo.

 


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