
L’impatto dell'IA generativa sul wealth management globale
Nel 2023 il mondo è diventato globalmente più ricco. Stando ai dati contenuti nel Global Wealth Report 2024 “The GenAI Era Unfolds” , a cura di Boston Consulting Group, la ricchezza globale è cresciuta del 4,3% lo scorso anno, raggiungendo i 477mila miliardi di dollari, a fronte di un aumento che nel 2022 si era limitato a un +0,2%.
Ricchezza finanziaria in aumento nel 2023
A mettere a segno una crescita ancora più significativa è stata la componente rappresentata dalla ricchezza finanziaria: l’aumento qui è stato di quasi il 7% nel 2023 su scala globale, a quota 275.000 miliardi di dollari, dopo un calo del 4% nel 2022. L’Italia non fa eccezione, con un incremento del 4,4% annuo dal 2018 al 2023, per un totale di 6.200 miliardi di dollari (pari all’11,4% del dato riferito all’intera Europa occidentale).
Il merito di questo balzo in avanti, sottolinea lo studio, è da ricondurre per larga parte al buon andamento dei mercati finanziari, accompagnato da un incremento del volume delle attività gestite. Nel 2023, I mercati azionari globali hanno registrato infatti una performance del 15,8% raggiungendo i 72,5 trilioni di dollari grazie ai solidi utili societari e al ritracciamento generalizzato dell’inflazione (intorno al 4% alla fine dello scorso anno, dopo aver raggiunto il 7% nel 2022).
La buona impostazione dei mercati, evidenzia ancora BCG, “ha anche favorito i portafogli delle assicurazioni vita e dei fondi pensione, che sono cresciuti del 3,6% a 67,1 trilioni di dollari, dopo essere scesi dell’8,7% nel 2022”.
Redditività del wealth management sotto la lente
Nonostante questi numeri incoraggianti, tuttavia, la ricerca pone l’accento sulla profittabilità del settore del risparmio, che resta un tema da monitorare, con particolare attenzione al wealth management.
A livello globale, infatti, la categoria dei gestori patrimoniali ha visto un calo di redditività di oltre il 40% dal 2007 ad oggi. E anche se nel 2023 si è registrato un lieve incremento, esso è da attribuire soprattutto ai profitti inattesi derivanti dal reddito netto da interessi – profitti, tra l’altro, difficilmente ripetibili nei prossimi anni, in un contesto di tassi in calo.
Le potenzialità dell’Intelligenza Artificiale generativa
Insomma, gli esperti prevedono che “i margini di profitto non aumenteranno drasticamente nel breve periodo” per il settore del wealth management. A meno che non subentri uno shock positivo. A dire il vero, questo shock positivo già esiste (e tutti ne parlano): si tratta dell’Intelligenza Artificiale generativa, che “trasformerà il settore della gestione patrimoniale in modi che oggi non possiamo prevedere completamente”.
Una tecnologia che “può sbloccare efficienze lungo tutta la catena del valore” e “consentire un’interazione e una personalizzazione del cliente notevolmente migliorate su scala”, dicono gli esperti. Nel dettaglio, l’Intelligenza Artificiale generativa potrebbe rimodellare le funzioni lavorative, liberando tempo che i consulenti potrebbero utilizzare per focalizzarsi di più sulla relazione umana con i clienti.
Ma la strada è ancora lunga: secondo un sondaggio condotto su oltre 60 istituzioni finanziarie, anche se l’85% delle organizzazioni ritiene che l’IA generativa avrà un impatto trasformativo, l’82% non ha ancora elaborato una strategia concreta per l’adozione a lungo termine di queste tecnologie.
Il futuro della consulenza patrimoniale: relazione umana e tecnologia
Gli sviluppi appaiono tuttavia ineluttabili: nel futuro della consulenza patrimoniale c’è tanto la relazione umana quanto la tecnologia, con quest’ultima a supporto della prima, per la migliore soddisfazione degli obiettivi del cliente. Dopotutto, ormai dovremmo averlo imparato: se ben gestita, l’innovazione tecnologica non è mai contro di noi, ma è con noi. Con il consulente, così come con gli investitori che a lui – o lei – si affidano. Valeva ieri, vale oggi e varrà, certamente, anche domani.