Cali dei mercati, le 3 regole per aiutare i clienti a non farsi trovare impreparati
Si sa: la flessione dei mercati genera ansia. Per esempio – ma è solo un esempio – di fronte ai cali di lunedì 5 agosto non sono certo stati pochi i consulenti finanziari raggiunti dalla telefonata del cliente che chiedeva lumi e si domandava se non fosse eventualmente il caso di disinvestire.
Certo che no: disinvestire in questi casi non è mai una buona idea. Perché si finisce col vendere a sconto e perché si mancano i recuperi successivi, che nel caso del 5 agosto sono arrivati quasi subito – ma anche a settembre, dopotutto. Poiché, come ci ha confermato il mese di settembre, le correzioni dei mercati non sono un’esclusiva del 5 agosto 2024, il vero quesito è: cosa dire a un investitore preoccupato per le discese che periodicamente si registrano, con maggiore o minore intensità? Vediamo come replicare a questa domanda.
Nuove correzioni sono sempre possibili: e allora, che cosa fare?
Alla fine, il calo del 5 agosto si è risolto con un ritorno ai massimi o quasi. Ma come si è affrettato a dimostrarci il mese di settembre, nuove correzioni sono sempre possibili. Un po’ perché è fisiologico per i mercati, specialmente per quelli dei nostri giorni, che si muovono improvvisamente e velocissimamente anche sull’onda degli algoritmi; un po’ per fattori di stagionalità (settembre e ottobre, per esempio, sono sempre mesi sfidanti per l’azionario); e infine perché viviamo tempi molto interessanti, con tutta una serie di scenari e scadenze che animano l’agenda economica e non solo. Dalla politica alla geopolitica, non è certamente poco quello che si sta muovendo lungo la linea del nostro orizzonte.
Cosa fare, dunque? Facile (ma, per un investitore, non sempre facilissimo): farsi trovare adeguatamente pronti dalle prossime fasi di incertezza. Insomma, le flessioni alle quali abbiamo recentemente assistito non solo possono, ma devono essere per l’investitore l’occasione per sottoporsi a una sorta di check up. Ecco allora tre domande fondamentali che gli investitori dovrebbero porsi.
“Sarò adeguatamente pronto la prossima volta?” Le 3 domande da porsi
La prima, come sempre, è: ho diversificato abbastanza? Diversificare vuol dire distribuire adeguatamente, alla luce del profilo di rischio dell’investitore, le fonti di potenziale rischio e rendimento, in modo tale che la buona performance di uno strumento possa compensare l’andamento momentaneamente meno convincente di un altro. Tale diversificazione può – anzi, deve – avvenire per asset class, titoli, strumenti d’investimento, aree geografiche, valute. Ma può realizzarsi anche sotto un altro profilo: quello temporale.
Il che ci porta alla seconda domanda, ossia: ho colto le opportunità che mi sono state offerte dai ribassi? Prima, infatti, abbiamo parlato del rischio di vendere a sconto quando si fugge di fronte ai cali. Se invece si resta e, anzi, si compra, lo sconto non è qualcosa che si subisce, ma qualcosa di cui si può approfittare. Come cogliere tale opportunità? Un modo efficace che si potrebbe consigliare ai clienti consiste nell’ingresso frazionato nei mercati, con una diversificazione quindi anche di tipo temporale.
L’ingresso graduale, però, non si improvvisa: va pianificato. La terza domanda che l’investitore dovrebbe porsi, perciò, è: ho pianificato adeguatamente per il raggiungimento dei miei obiettivi e per la realizzazione di tutti i miei progetti? Se sì, non c’è nulla da temere dai ribassi, che possono al massimo offrire l’occasione per un punto della situazione con il consulente finanziario; ma se la risposta è no, allora si può sempre correre ai ripari e, appunto, prepararsi con una buona pianificazione finanziaria.
Consulente finanziario: punto di riferimento per fare un check up del portafoglio
Insomma, il messaggio da passare ai clienti preoccupati è un invito a mantenere la calma: più che cercare di inseguire i movimenti quotidiani – o anche settimanali o mensili – dei mercati finanziari, cosa che si rivela puntualmente controproducente, quando l’ansia sale bisognerebbe fermarsi, fare un bel respiro e chiamare il consulente finanziario, sì, ma per fare insieme a lui – o lei – una sorta di check up, ripassando con la dovuta calma i quesiti e le riflessioni che abbiamo appena rivisto insieme. La fretta è cattiva consigliera, si dice: ma anche l’ansia, se mal gestita, non è certamente da meno.