Gli italiani continuano a riporre fiducia nelle reti di consulenza finanziaria. Stando all’ultima rilevazione Assoreti, il patrimonio complessivo che i risparmiatori hanno affidato agli intermediari sottoscrivendo diversi prodotti di investimento ha raggiunto un nuovo record superando quota 600 miliardi di euro. Nel dettaglio, si legge nel report pubblicato a metà novembre (i dati sono aggiornati al 30 settembre), “la valorizzazione dei prodotti finanziari e dei servizi di investimento distribuiti dagli intermediari associati risulta pari a 601,2 miliardi di euro”.
A fare la parte del leone è come sempre la componente di risparmio gestito, che vede il cliente delegare in toto all’intermediario le decisioni sulla strategia di investimento da seguire. Parliamo di:
• fondi comuni;
• gestioni patrimoniali;
• prodotti previdenziali/assicurativi.
Complessivamente, il patrimonio affidato a questi strumenti si attesta sui 423,7 miliardi, in crescita del 2,4% rispetto alla rilevazione precedente (giugno 2019).
Ma i numeri mostrano un’evoluzione interessante anche sul fronte del risparmio in regime amministrato – che prevede la delega all’intermediario degli adempimenti fiscali, mantenendo però il controllo diretto delle decisioni sui propri investimenti. Gli asset investiti in titoli o strumenti di liquidità hanno raggiunto a fine settembre i 177,5 miliardi di euro, il 4,1% in più rispetto al trimestre precedente.
Il risparmio gestito fa la parte del leone
Analizzando i dati in modo più dettagliato, emerge come – nell’ambito del risparmio gestito – le dinamiche di crescita osservate sulle tre principali macrofamiglie di prodotto risultino sostanzialmente omogenee.
Il patrimonio dei fondi comuni ammonta a 198,8 miliardi di euro (+2,3% su trimestre), con un’incidenza sul portafoglio totale pari al 33,1%: di questi, 173,8 miliardi di euro (+2,4%) sono riconducibili a strumenti di diritto estero, mentre i fondi italiani aperti contano asset per 23,1 miliardi di euro (+1,4%) e quelli chiusi per 1,7 miliardi (+8,6%).
In crescita del 2,4% anche gli asset affidati ai prodotti assicurativi e previdenziali, pari a fine settembre a 160,8 miliardi di euro, con un peso del 26,8% sul portafoglio complessivo. In dettaglio, il valore patrimoniale delle unit linked ammonta a 82,8 miliardi di euro (+2,2%), quello delle polizze vita tradizionali a 42,4 miliardi (+2,3%) e quello delle polizze multi-ramo a 21,9 miliardi (+2,3%). La componente prettamente previdenziale si attesta invece sui 13,7 miliardi (+3,7%).
Il patrimonio delle gestioni individuali raggiunge i 64,1 miliardi di euro (+2,5%), con un’incidenza sul portafoglio totale stabile al 10,7%, suddivisi in gestioni patrimoniali mobiliari (o in titoli), con 38,3 miliardi di euro (+1,4%), e gestioni patrimoniali in fondi, con 25,8 miliardi di euro (+4%).
A fine mese, il contributo complessivo delle reti al patrimonio investito in OICR aperti, attraverso la distribuzione diretta e indiretta di quote, sale a 340,1 miliardi di euro, con un’incidenza del 32,6% sul patrimonio totale investito in fondi.
Tutti i numeri del risparmio amministrato
Quanto alla componente di risparmio amministrato, il portafoglio titoli ammonta a 82,2 miliardi di euro ed evidenzia il tasso di crescita più contenuto (+1,0%) essendo maggiormente coinvolto da movimentazioni in uscita nel corso del trimestre (-2,7 miliardi). La flessione patrimoniale osservata sui titoli di debito, e più in particolare sui titoli di Stato (-8,9%), è ampiamente compensata dalla crescita dei titoli azionari (+7,3%), dei Certificates (+10,1%) e degli Exchange Traded Products (+6,9%). La liquidità in portafoglio raggiunge i 95,3 miliardi di euro (+6,9%).
In conclusione: il punto su Mediolanum
Fin qui i numeri del settore. Per quanto riguarda nello specifico Banca Mediolanum, il patrimonio che i clienti hanno affidato alla rete con sede a Basiglio ammontavano a fine settembre 2019 a 74,3 miliardi di euro, allocati prevalentemente in fondi comuni (30,9 miliardi di euro) e prodotti assicurativi/previdenziali (23,1 miliardi di euro).
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