28 marzo 2022

Come spiegare al cliente gli effetti dell’inflazione in risalita

Pubblicato in: Vademecum

Solo un paio d’anni fa sembrava impossibile tornare a preoccuparsi dei prezzi in aumento. Invece oggi, l’inflazione è tornata a incutere timore, tanto da indurre le principali banche centrali del mondo – Federal Reserve e Banca Centrale Europea in primis – a virare verso politiche monetarie meno espansive. Ma vediamo qualche dato.

Negli Stati Uniti, i prezzi al consumo sono saliti a febbraio del 7,9%, (fonte: Bureau of Labor Statistics), il valore più alto degli ultimi 40 anni. A febbraio, nell’area euro, la variazione è arrivata a toccare il +5,9% annuo (contro il 5,1% di gennaio), mentre nell’insieme dell’Unione è salita al +6,2% (a fronte del 5,6% di gennaio), secondo Eurostat. Anche in Italia, rileva Istat, i prezzi continuano a correre: +5,7% su base annua a febbraio (dal +4,8% del mese precedente), il valore più sostanzioso dal novembre del 1995.


I motivi di questa dinamica? Sono molteplici:

• da un lato, l’effetto delle riaperture dopo le fasi più acute della pandemia di Covid-19, con la ripresa di consumi e investimenti aziendali che ha spinto in alto i prezzi di materie prime, beni intermedi e prodotti finiti;

• dall’altro, la guerra di Mosca in Ucraina, che si è già tradotte tradotta in una lunga sfilza di sanzioni occidentali a carico della Russia e, per contro, in un vigoroso rincaro delle materie prime energetiche e non solo.

Sono numeri e variabili che impensieriscono le istituzioni monetarie, i policymaker e i consumatori, alle prese con i rincari delle bollette e della spesa. Ma quanto preoccupano gli investitori?



Effetti inflazione: come dovrebbe muoversi un investitore in un simile contesto?

Il contesto è estremamente delicato e il consulente finanziario, tanto per cominciare, potrebbe fare ai suoi assistiti un rapidissimo ripasso, che non fa mai male. In cosa consiste, esattamente, l’inflazione?
È l’aumento generale dei prezzi di beni e servizi in un dato periodo di tempo e ha come immediata conseguenza la diminuzione del potere d’acquisto del denaro. Gli effetti inflazione espressi in altri termini? Se salgono i prezzi, significa che con la stessa quantità di denaro si possono acquistare meno beni.
Premesso ciò, occorre che tutti prendano nota del fatto che tenere i risparmi sotto forma di liquidità espone anche i portafogli di investimento al potere erosivo dell’inflazione. In altre parole: domani i risparmi parcheggiati sul conto corrente – o comunque in strumenti di liquidità – potrebbero valere meno di quanto valgono oggi, proprio per via dell’inflazione.
Spieghiamo meglio. Anche gli strumenti di liquidità offrono un rendimento ma, essendo poco rischiosi, il rendimento presentato non è tra i più stellari. Anzi. Ed essendo generalmente molto modesto, assai difficilmente riesce a battere l’inflazione.
Chiariamo bene il punto. Destinare una parte dei nostri risparmi alla liquidità non è una cattiva idea. Ma bisogna evitare l’eccesso. La ragione è semplice: se già in tempi di inflazione ai minimi storici, tenere i soldi sotto il materasso era una scelta non particolarmente lungimirante, il discorso vale a maggior ragione oggi, in un contesto di prezzi in risalita.
Basta guardare la storia per rendersene conto. Secondo il Credit Suisse Global Investment Returns Yearbook 2022, tra il 1900 e il 2021 il tasso di inflazione, in Italia, è stato pari al 10% (media aritmetica; la media geometrica dà come risultato il 7,8%). Meglio dunque investire i propri risparmi, anche in un contesto piuttosto incerto come quello che si sta profilando all’orizzonte.



Inflazione 2022: saper cogliere le opportunità nel mezzo delle incognite

Non bisogna però lasciarsi prendere dal panico, anzi. Al momento ci troviamo ancora in una fase di crescita economica, con tassi di interesse che, almeno in Europa, non sono ancora stati ritoccati al rialzo. Per chi investe, dunque, la situazione non è affatto male.
Certo, occorre considerare sia il complesso scenario internazionale sia il fatto che le banche centrali hanno già annunciato un graduale ritiro delle misure di sostegno all’economia, con tanto di progressivo aumento dei tassi (la Fed, negli States, ha già cominciato) e riduzione dei bilanci. E con tutte le conseguenze che ciò potrebbe portare con sé. Ma come recita una frase comunemente attribuita al genio di Albert Einstein, “nel cuore delle difficoltà riposano le opportunità”. E ciò vale a maggior ragione per chi investe.




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