Tutela degli investitori al dettaglio: cosa dice la consultazione Esma?
Esma, la “Consob europea”, chiede il parere di authority, investitori e società soggette alle normative Mifid 2 e Priips sullo stato dell’arte del quadro legislativo. E si prepara ad accogliere eventuali proposte di modifica a questi regolamenti – il primo dedicato in generale ai mercati degli strumenti finanziari, il secondo focalizzato sui prodotti di investimento al dettaglio e assicurativi preassemblati.
Lo fa perché, a sua volta, l’Autorità europea per i mercati (la European securities and markets authority, appunto) ha ricevuto dalla Commissione europea l’incarico di consegnare entro la fine di aprile 2022 una relazione sullo sviluppo di una strategia per gli investimenti al dettaglio volta ad apportare gli opportuni adeguamenti al quadro legislativo.
Al via la “call for evidence” targata Esma
Insomma, Bruxelles ha chiesto una consulenza all’Esma e l’Esma, vista l'importanza e la complessità dei temi in questione, ha deciso di coinvolgere da subito le parti interessate, lanciando una “call for evidence” volta proprio a raccogliere opinioni e informazioni qualitative/quantitative sugli argomenti oggetto della richiesta di consulenza della Commissione. La scadenza per l’invio dei contributi è fissata al 2 gennaio 2022.
“Esma vuole creare un contesto in cui gli investitori possano investire in modo sicuro e protetto. L’obiettivo è che vi sia un trattamento uguale per tutti con un abbassamento dei costi e un’architettura più chiara in considerazione degli sviluppi tecnologici. La disclosure rimane fondamentale”, soprattutto quando si tratta di prodotti che strizzano l’occhio all’ambiente, ha spiegato di recente l’executive director dell’authority, Natasha Cazenave.
Ma quali sono i temi su cui società e investitori sono chiamati a dire la loro?
Consultazione Esma: ecco i 5 punti salienti
Il documento pubblicato online dall’Esma contiene in tutto 49 domande, suddivise in cinque grandi tematiche. Le vediamo di seguito.
• Disclosure: identificazione di eventuali sovrapposizioni, lacune e incongruenze significative nella legislazione sulla protezione degli investitori che potrebbero avere un effetto dannoso sugli investitori stessi. In particolare, Esma chiede un parere su come funzionano le regole dal punto di vista dell’investitore al dettaglio: se i consumatori possono fare scelte informate, se c’è il rischio di sovraccarico di informazioni, se le informazioni sono eccessivamente complesse e così via.
• Disclosure digitale: valutazione di come informativa e comunicazioni regolamentari possano funzionare al meglio per i consumatori nell’era digitale, con una serie di opzioni su come adattare le norme esistenti al nuovo contesto.
• Strumenti e canali digitali: valutazione dei rischi e delle opportunità – per gli investitori al dettaglio – derivanti dalla crescente disponibilità di strumenti digitali e dai maggiori livelli di partecipazione diretta degli investitori tramite piattaforme di trading online e roboadvisor.
• Broker online e ruolo dei social media: valutazione dell’impatto dei social media sugli investitori retail, con specifico riferimento al caso GameStop.
• Finanza aperta: in questo contesto ci si domanda fino a che punto le catene del valore debbano essere aperte, condividendo dati specifici sugli investitori tra società di investimento e fornitori terzi.
“Maggiore partecipazione degli investitori retail”
“Vogliamo maggiore partecipazione delle famiglie per lo sviluppo dei mercati dei capitali, vogliamo più partecipazione degli investitori retail, anche attraverso la digitalizzazione, vogliamo anche avere una migliore piattaforma e una maggiore domanda di prodotti sostenibili”, ha aggiunto Cazenave.
“Siamo consapevoli”, ha continuato, “che la protezione può essere sostenibile solo se c’è attenzione per questo tipo di investitori. Il nostro settore svolge un ruolo chiave nell’offrire prodotti che rispondano ai bisogni delle famiglie europee e nel fornire loro informazioni rilevanti che le aiutino a decidere in modo ponderato soprattutto in alcuni ambiti: i costi e la performance dei fondi, la distribuzione dei prodotti e tutto ciò che riguarda gli investimenti in ambito ESG”. Si riparte da qui.
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