25 ottobre 2018

A cosa servono i tassi di interesse nell’economia reale

Pubblicato in: Vademecum

L’argomento sta tornando in voga, quindi è tutt’altro che improbabile sentirvi porre da un cliente la seguente domanda: che cos’è il tasso di interesse? Vediamo di rispondere e di fare chiarezza. Anche il denaro ha un costo: si chiama per l’appunto tasso di interesse. Esso rappresenta la “ricompensa” che chi ha denaro a disposizione chiede per rinunciare a usarlo per altre finalità, dandolo invece in prestito e assumendosi così il rischio che chi lo riceve – il suo debitore – non glielo restituisca mai. Ha un tasso di interesse, per esempio, il denaro che la banca ci dà sotto forma di prestito o mutuo. Così come ha un tasso di interesse il denaro che noi investiamo nelle obbligazioni emesse da enti pubblici e società.


Cosa determina il tasso di interesse?

Né i tassi di interesse dei finanziamenti né quelli attraverso cui gli emittenti di obbligazioni remunerano i loro investitori sono fermi e immobili per l’eternità: come il costo di qualunque altro bene o servizio, salgono e scendono. Il mercato monetario, infatti, è come una partita che vede schierate da una parte unità in surplus di risorse (le banche che propongono finanziamenti o i risparmiatori che vogliono comprare obbligazioni) e dall’altra unità in deficit di risorse (chi è in cerca di finanziamenti o chi vuole raccogliere soldi sul mercato attraverso l’emissione di obbligazioni). Ebbene, i tassi di interesse salgono e scendono fino a quando surplus e deficit non trovano un punto di incontro, che ovviamente non è lo stesso sempre. Il mercato del denaro, infatti, come tutti gli altri è regolato dalla legge della domanda e dell’offerta, che mutando nel tempo spostano di volta in volta il punto di equilibrio.


Quando sale e quando scende

Ma come si muovono i tassi di interesse?
In linea di massima, tendono a salire nelle fasi di boom dell’economia, durante le quali ognuno di noi, sulla spinta dell’ottimismo, domanda più credito, per esempio per acquistare una casa oppure per avviare una nuova azienda o per far crescere quella che ha già in attività. Al contrario, tendono a scendere nelle fasi di rallentamento o recessione. Proprio in queste fasi, il credito può diventare lo strumento per rivitalizzare l’economia: in risposta a una domanda più anemica, l’offerta diventa più generosa. Il cosiddetto “credito facile”, vale a dire una situazione di tassi bassi in cui diventa più facile indebitarsi, può dare benzina all’economia: tassi di interesse ridotti, infatti, possono incentivare la domanda di credito per investimenti in attività produttive, consentendo un aumento dell’occupazione e della spesa, quindi della domanda di beni e servizi, con conseguente incremento della produzione, e così via. Questo circolo virtuoso, però, spesso ha una conseguenza negativa: la spirale dell’inflazione.


Il teorema dei legumi

Facciamo finta che il mercato del credito sia un villaggio nel quale abitano due o tre famiglie molto ricche e svariate decine di giovani ragazzi e ragazze che invece hanno pochi soldi ma che in compenso vogliono avviare un’attività. Nella fattispecie, una coltivazione di legumi, visto che nel villaggio tutti vogliono mangiarne di più. La competizione per assicurarsi un finanziamento da una delle famiglie ricche farà salire i tassi di interesse. Dopo cinque anni, quando le coltivazioni sono a pieno regime, l’offerta di legumi supera la domanda e quindi i prezzi calano. Ciò fa diminuire il desiderio di nuovi investimenti. La domanda di finanziamenti diminuisce e le famiglie ricche saranno disposte a erogarli a tassi più bassi, sempre che i progetti siano convincenti e i richiedenti sufficientemente affidabili.


NOTA DI REDAZIONE : gli argomenti, le immagini e i grafici sono frutto di elaborazione interna.

Messaggio pubblicitario con finalità promozionale.
Le informazioni riportate non devono essere intese come una raccomandazione, diretta o indiretta, o un invito a compiere una particolare operazione. Per verificare le soluzioni più adatte alle tue esigenze e adeguate al tuo profilo di investitore rivolgiti sempre al tuo Family Banker.