Educazione finanziaria, l’importanza delle pari opportunità
Più una nazione favorisce tra i suoi cittadini la mobilità intergenerazionale nei livelli d’istruzione, più aumenta l’alfabetizzazione finanziaria della sua popolazione. È questa la conclusione a cui è giunto uno studio pubblicato nell’aprile scorso dalla Banca d’Italia, curato da Sara Lamboglia e Massimiliano Stacchini .
I ricercatori hanno analizzato le determinanti dell’alfabetizzazione finanziaria utilizzando sia dati individuali – su circa 131.000 adulti di età superiore a 50 anni, residenti in 20 Paesi europei (fra i quali l’Italia) e in Israele – sia dati aggregati su condizioni di contesto che possono stimolare l’acquisizione di conoscenze. In particolare, lo studio si è concentrato sul ruolo svolto dalla mobilità intergenerazionale nei livelli di istruzione.
In parole più semplici, la ricerca ha tentato di comprendere se e in quale misura il fatto che un figlio compia un percorso di studi più avanzato rispetto ai suoi genitori possa influire sulle conoscenze finanziarie del figlio stesso. Insomma, fa la differenza?
Educazione finanziaria in Italia, una questione non solo etica
“Individui che hanno trascorso la prima età adulta (periodo che gli psicologi sociali fanno generalmente combaciare con gli anni compresi tra i 18 e i 25, nda) in Paesi caratterizzati da un’elevata mobilità intergenerazionale si sono dimostrati finanziariamente più istruiti dei loro coetanei una volta diventati grandi”, si legge nella ricerca.
Con quali conseguenze? “I nostri risultati”, scrivono Lamboglia e Stacchini, “suggeriscono che la promozione dell’uguaglianza di opportunità tra le generazioni non è solo desiderabile dal punto di vista etico, ma può favorire anche ricadute socialmente utili, come l’accumulo di competenze tra i cittadini vulnerabili”.
Insomma, una società più equa – nella quale lo Stato cerca di offrire pari opportunità d’istruzione a tutti i suoi cittadini, a prescindere dallo stato economico e sociale di provenienza – è anche quella in cui le persone saranno più capaci di gestire i propri risparmi, evitando di finire in guai che, in ultima istanza, ricadranno in qualche misura anche sul resto della popolazione.
La correlazione non è solo intuitiva: è anche molto rilevante. L’alfabetizzazione finanziaria è infatti fondamentale per far sì che famiglie e imprese siano in grado di resistere al meglio di fronte alle crisi economiche e finanziarie. Varie ricerche scientifiche dimostrano come l’analfabetismo sia però ancora diffuso, e non solo nei Paesi più poveri del mondo: anche tra i cittadini istruiti di nazioni economicamente sviluppate persistono lacune significative.
Cultura finanziaria, non c’entra solo l’istruzione
I dati riportati nello studio pubblicato dalla Banca d’Italia indicano che l’Italia è tra i Paesi europei nei quali il livello di alfabetizzazione finanziaria è più basso: siamo terzultimi nella classifica generale, seguiti solo da Portogallo e Spagna, mentre in vetta alla graduatoria ci sono Svizzera, Austria e Paesi Bassi. Fino a qui, niente di nuovo.
Finora gli studi sulle conoscenze finanziarie delle singole nazioni hanno sempre riscontrato un collegamento con il livello generale d’istruzione. Non a caso, i Paesi nei quali l’alfabetizzazione finanziaria è più alta sono anche quelli dove ci sono persone più istruite.
Qui, inoltre, il reddito pro-capite è maggiore. Sono fattori determinanti, come segnala la stessa ricerca pubblicata dalla Banca d’Italia, ma non bastano per spiegare pienamente il fenomeno. “Il nostro lavoro mostra che caratteristiche individuali, come i risultati scolastici, sono importanti ma insufficienti per determinare le competenze finanziarie”, si legge infatti nella ricerca in questione.
Nell’istruzione finanziaria la mobilità conta molto
Analizzando i dati raccolti nei vari Paesi analizzati, i ricercatori della Banca d’Italia si sono accorti che un ruolo rilevante per l’alfabetizzazione finanziaria degli individui è dato appunto dalla mobilità intergenerazionale.
Com’è messa l’Italia? Nella classifica dei Paesi con maggior mobilità intergenerazionale, siamo quintultimi davanti a Portogallo, Spagna, Grecia e Croazia. Sull’alfabetizzazione finanziaria, “l’effetto è considerevole soprattutto per le donne e le persone provenienti da un contesto svantaggiato”, sottolineano Lamboglia e Stacchini.
La cui conclusione è un invito a “promuovere la parità di opportunità e la mobilità intergenerazionale”, perché ciò “può accrescere complementarità preziose nello sviluppo di capitale umano e stimolare la consapevolezza finanziaria, in particolare tra i cittadini vulnerabili”.
Nel frattempo, con il suo affiancamento costante e continuativo, la consulenza finanziaria professionale può dare un importante contributo, come del resto sottolineano da tempo varie altre ricerche, in primis quelle della Consob . Perché un risparmiatore informato è senza alcun dubbio anche un investitore migliore.