09 novembre 2023

Crescita economica mondiale: stime e revisioni al rialzo

Pubblicato in: Economia & Mercati

L’economia mondiale continuerà a crescere, ma a un ritmo più contenuto del previsto. Un rallentamento che investe maggiormente i Paesi sviluppati e meno gli emergenti. Il Fondo Monetario Internazionale, nel suo World Economic Outlook presentato a Marrakesh all’inizio di ottobre, prevede che il Prodotto Interno Lordo globale segnerà un +3% quest’anno, rispetto al +3,5% registrato nel 2022, per poi planare a un +2,9% nel 2024, mentre la precedente stima era di +3%.
Una frenata globale causata principalmente dal persistere della guerra in Ucraina, dalla stretta monetaria anti-inflazione delle principali banche centrali nel mondo, dalla crescente frammentazione dell’economia a livello geografico, dal ritiro degli aiuti pubblici in alcune nazioni e dall’aumento degli eventi climatici estremi (mentre nel frattempo si sono aperte nuove incognite in Medio Oriente).
Nel suo rapporto sulle stime economiche a medio termine, pubblicato solitamente due volte all’anno, il Fondo Monetario fornisce però anche una previsione incoraggiante. L’inflazione globale, il fattore che finora ha inciso di più sull’andamento globale, dovrebbe diminuire stabilmente, passando dall’8,7% del 2022 al 6,9% nel 2023, per poi scendere ulteriormente al 5,8% l’anno prossimo. Tutto questo dovrebbe indurre di conseguenza le banche centrali ad allentare la stretta monetaria che ha portato a un incremento del costo del denaro.


La crisi delle banche USA è superata

Quando il Fondo Monetario Internazionale ha pubblicato le sue stime, la guerra tra Israele e Palestina non era ancora deflagrata. Commentando gli eventi, nei giorni seguenti, la direttrice generale Kristalina Georgieva ha detto che è “troppo presto” per giudicare gli impatti del conflitto sull’economia mondiale.
E ha aggiunto: “I diversi shock che stiamo attraversando stanno diventando la nuova normalità in un mondo indebolito da crescita debole e frammentazione economica. Questa è chiaramente una nuova nuvola nel cielo già non limpidissimo dell’economia mondiale” .
Gli effetti del conflitto in Medio Oriente restano dunque da comprendere a fondo, ma di certo, al momento, risulta che, “rispetto a sei mesi fa, i rischi sulle prospettive sono più equilibrati” , dice il Fondo Monetario Internazionale nel suo rapporto. Il riferimento è a quello che all’inizio dell’anno aveva fatto temere il peggio: il fallimento di alcune banche regionali USA e la crisi del Crédit Suisse in Svizzera.
Incendi che le autorità di Washington e di Berna hanno spento in fretta, evitando il contagio bancario. L’istituzione basata a Washington, composta dai governi nazionali di 190 Paesi, resta però cauta: “La probabilità di un atterraggio duro è diminuita, ma l’equilibrio dei rischi per la crescita globale rimane inclinato al ribasso. La crisi del settore immobiliare cinese potrebbe aggravarsi, con ricadute globali, in particolare per gli esportatori di materie prime”.


Economie mondiali: sale il PIL degli emergenti

Cautela più che comprensibile. E tuttavia, il PIL della Cina dovrebbe aumentare del 5% quest’anno (dopo il +3% del 2022) e del +4,2% nel 2024. In generale è tutta la macrocategoria dei Paesi emergenti a trainare il carro mondiale. Il PIL di Washington dovrebbe crescere del 2,1%, come l’anno scorso, e per il 2024 il Fondo Monetario prevede un +1,5%.
Il fanalino di coda globale è l’Unione Europea: dopo la crescita sostenuta del 3,3% registrata nel 2022, quest’anno il PIL europeo è previsto in aumento dello 0,7%, mentre l’anno prossimo dovrebbe crescere dell’1,2%. La Germania quest’anno dovrebbe vedere il suo PIL diminuire dello 0,5% rispetto al 2022, mentre per il 2024 l’aumento sarà solo dello 0,7%. Si differenzia, tra le grandi economie d’Europa, solo la Spagna, il cui Prodotto Interno Lordo è previsto in crescita del 2,5% quest’anno e dell’1,7% nel 2024.


Come se la cava la nostra Italia?

Nel suo ultimo report, il Fondo Monetario ha rivisto al ribasso molte delle stime fatte all’inizio dell’anno, comprese quelle dell’Italia. La crescita italiana è prevista al +0,7% quest’anno e il prossimo. Leggermente più ottimistiche le conclusioni della Banca d’Italia, che pochi giorni dopo l’FMI ha rilasciato le sue stime nel bollettino semestrale .
Secondo Palazzo Koch, nel 2023 il nostro PIL crescerà dello 0,7%, mentre nei prossimi due anni la previsione è del +0,8% nel 2024 e del +1% nel 2025. A condizionare lo scenario, come si apprende dal bollettino, sono soprattutto il rallentamento del commercio mondiale e il peggioramento degli equilibri geopolitici internazionali, ultimo caso quello tra Israele e Palestina.


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